Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Enogastronomia

Azienda innovazione: Tenuta di Pietra Porzia

Con questo numero terminiamo il primo ciclo relativo alla presentazione di alcune aziende innovazione della zona doc del vino Frascati. Dal mese di ottobre la nostra attenzione sarà rivolta alle aziende vitivinicole ubicate nelle altre zone doc dei vini dei Castelli Romani.
E' chiaro che non è nostro compito trattare tutte le aziende presenti nel comprensorio. D'altra parte non sarebbe possibile, pur volendo, per motivi redazionali.
Rimaniamo comunque attenti a tutte le eventuali segnalazioni che dovessero pervenirci in merito a nuovi e sperimentati "temi della vite e del vino".

E' una bella e storica azienda che si estende per circa 47 ettari nel cuore della zona vitivinicola doc del Frascati e che produce pregiati vini, conosciuti sui mercati nazionali e internazionali: Frascati doc superiore etichetta bianca ed etichetta nera, Frascati doc Cannellino, Malvasia del Lazio, Castelli Romani Rosso doc.
La coltivazione è ecologica, la vinificazione è solo dai vigneti di proprietà con imbottigliamento in azienda, la gradazione è naturale.
Numerosi sono i premi ottenuti, come il recente Calix Aureus per il vino Frascati doc superiore 2007 etichetta nera, che è risultato primo tra i doc bianchi premiati alla quarta selezione dei vini del Lazio.
L'azienda ha tradizioni e radici secolari. I terreni sono di origine vulcanica e un rio al centro della proprietà ricorda l'antico lago Regillo, noto per la battaglia del 496 a C. dove i Romani, secondo la leggenda, sconfissero i Latini con l'aiuto dei Dioscuri, figli gemelli di Giove.
La Tenuta in passato è appartenuta al papa Clemente XI (lo testimonia un documento del 1714) e al principe Borghese. Nel 1892 nasce la Cantina e successivamente il nonno degli attuali proprietari, i Giulini, fornisce all'azienda i 47 ettari a corpo unico composto da vigneto (40 ettari) ed uliveto.
Dall'uliveto si produce un ottimo olio extravergine, 3 olive nella guida Slow Food, ottenuto direttamente dal frantoio aziendale.
Oggi la villa e la foresteria dell'azienda sono state trasformate in albergo di campagna con numerose camere e un ristorante agrituristico.
In azienda siamo ricevuti dall'amministratore dottor Giuseppe Santini e dal direttore tecnico dottor enologo Michele Russo.
Al dottor Russo rivolgiamo alcune domande sulla tipicità del vino Frascati doc e sull'aspetto tecnico commerciale della eventuale coltivazione di nuovi vitigni. Domandiamo, inoltre, quali potrebbero essere le ripercussioni per l'abbandono dei vitigni autoctoni e quali garanzie fornisce o potrebbe fornire un "marchio" Frascati ben consolidato. Infine quali prospettive esistono di rilancio qualitativo e commerciale per i vini prodotti nella zona.
Ecco la risposta che ci fornisce:
"Per quanto riguarda la nostra azienda, i vitigni attualmente utilizzati nel Frascati doc sono fonte di differenziazione importante rispetto ai tanti vini internazionali che oggi si trovano sul mercato.
Indubbiamente l'uso di varietà che possano rendere più gradevole il gusto del Frascati, potrebbe essere importante per il rilancio del nostro prodotto, ma siamo anche consapevoli che il vino Frascati è legato a quelle caratteristiche che se stravolte, anche se in positivo, non rispecchiano il prodotto originale.
Sarebbe invece importante valorizzare al meglio alcune varietà come ad esempio la Malvasia del Lazio che se ben vinificate possono indubbiamente recare notevole impronta aromatica al Frascati.
Le aziende che hanno abbandonato i vitigni autoctoni, e a volte anche i vitigni contemplati nel disciplinare, sicuramente hanno aperto nuovi mercati legati al fatto che il vino risulta indubbiamente più profumato, ma quello non è Frascati.
Chi conosce il Frascati saprebbe valutare la presenza di varietà aromatiche aggiunte."
Ringraziamo il dottor Russo per la sua chiarezza. Quando si parla dei vini doc in generale (compreso quindi il Frascati) raramente le argomentazioni vertono sull'importanza dell'origine e sul mantenimento e miglioramento della tipicità. Può sembrare paradossale ma i temi trattati sono spesso e solamente altri, anche se indubbiamente importanti e pertinenti alle problematiche enologiche.
Affermazioni come quelle del dottor Russo "...che il vino Frascati è legato a caratteristiche che se stravolte, anche se in positivo, non rispecchiano il prodotto originale" non possono che trovarci d'accordo!
Nel processo di produzione di un vino, per migliorarne la qualità possiamo utilizzare legalmente e sapientemente tutte le tecniche, le tecnologie e le scienze disponibili. Scegliamo (o almeno cerchiamo di farlo) le condizioni più idonee per la coltivazione della vite (ubicazione e giacitura, composizione del terreno, varietà dei vitigni, ...), ci adoperiamo, poi, per le più razionali operazioni di cantina, etc..., etc..., ma spesso ci "dimentichiamo" le importanti e fondamentali tematiche dell'origine e della tipicità del prodotto. Argomenti, quest'ultimi, da non sottovalutare e che svilupperemo nei prossimi numeri della Rivista.

Per la rubrica Enogastronomia - Numero 84 settembre 2009