Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Sterile come il tuo amore


Un libro coraggioso, divertente, lieve e spietato quello di Simone Consorti, il 37enne scrittore romano approdato già al suo secondo romanzo. L'autore, infatti, ha già pubblicato L'uomo che scriveva sull'acqua "aiuto" (1999) con la casa editrice Baldini e Castoldi, vincendo il Premio Linus.
Sincerità e causticità sono gli ingredienti principali di Sterile come il tuo amore, un libro che tocca temi difficili, ma che risulta piacevole da leggere grazie all'ironia e alla leggerezza della sua scrittura.
Il succo dell'opera è una satira riuscita, mai compiaciuta e mai cinica, della generazione dei 30enni di oggi. Vengono toccati molti dei "luoghi comuni" della vita di questa generazione: la strutturale difficoltà a tranciare il cordone ombelicale con la famiglia di origine, l'ovattato imborghesimento di ritorno dopo i decenni delle contestazioni, l'insicurezza e la fragilità maschile contrapposti alla crescente determinazione femminile, la difficoltà di abbandonarsi in modo sano alle incognite e alle certezze che ogni relazione di coppia comporta, senza le mille riserve e contorte zavorre mentali dei protagonisti del romanzo.
L'oggetto principale del libro è, come preannunciato dal gioco di parole del titolo, il problema di doversi trasformare da figli in genitori, un problema in primo luogo mentale e poi, spesso, anche fisico, con dinamiche che, in molti casi, rendono difficile comprendere dove sia la causa e dove l'effetto.
I due protagonisti del romanzo sono due 36enni che si sono conosciuti a Roma, al planetario.
Lui, Francesco, romano, è un bibliotecario scolastico, un velleitario aspirante scrittore, anticonformista, disincantato, ma anche pigro, insicuro. E' un trentenne, come molti, dalla maturità irrisolta, incapace di scelte definitive sul suo futuro e, anche perciò, incapace di decidersi a diventare padre. A ciò si aggiunge la sua comprovata sterilità.
Lei, Giorgia, è un architetto, giunta a Roma da un città meridionale (presumibilmente pugliese). E' una tipa in gamba, volitiva, pratica, tutta presa dall'arredamento della sua casa, dal crearsi una famiglia con figli e anche dal non voler scontentare la sua famiglia d'origine. Sente ormai che il tempo sta passando in fretta e "il presto sta diventando tardi".
La coppia, con poca convinzione di Francesco, decide di avere un figlio ma deve affidarsi all' iter della procreazione assistita. Il libro ripercorre a ritroso la storia di questa decisione ed il nascere della relazione d'amore tra i due, indagando i due punti di vista con capitoli in cui si alternano le voci di Lui e di Lei.
Nel libro si trova umorismo, un certo gusto per i giochi di parole, ma soprattutto, attutite e rese meno assertive dal sorriso, considerazioni importanti sul senso della vita e sul rapporto tra le generazioni dei padri e dei figli, sulla difficoltà di condividere le esistenze e di progettare e credere fino in fondo ad un futuro insieme.

Esilaranti, tristi e a loro modo poetici, nella contraddizione tra l'oggettivo squallore della situazione ed i suoi nobili fini, i momenti di solitudine vissuti da Francesco (sono concentrati nella prima parte del libro) nel bagno dell'ospedale insieme alla provetta dove raccogliere il suo seme per la procreazione assistita. Così come sono da ricordare i colloqui con i medici e gli psicologi che Francesco deve sostenere.
Proprio il pagamento della procedura ospedaliera ad una cassa tappezzata di foto di bambini sorridenti diviene uno dei passi più simbolici per esprimere il contrasto tra la freddezza delle procedure burocratiche e la forte emotività del momento in cui si tenta di concepire una nuova vita. Invece della fattura Francesco chiede una di quelle foto.
In diversi e cruciali punti del libro emerge dalle parole del protagonista la figura di suo padre, un appassionato di corsa e di passeggiate in montagna che è ormai costretto sulla sedia a rotelle. Nel costante implicito paragone con lui si può intuire forse un freno per Francesco, che consiste nella paura di risultare inadeguato nel confronto, ma anche un umanissimo e dolce desiderio di emulazione, di ripetizione del ciclo vitale così ben espresso nella citazione, tratta da Eluard, con cui si apre il libro: "Creato io creo è la sola giustizia/ il solo equilibrio".
Giorgia, invece, immagina già una brillante carriera per un bambino che non è stato ancora concepito, cosa che finisce per respingere Francesco che sente troppo determinismo e proiezioni egoistiche nel desiderare un figlio in quel modo, tanto da fargli pensare che "più lei sente che andrà lontano, più io lo sento lontano".
Francesco, invece, solo ricordando le cose fatte con suo padre, nella speranza un giorno di poter condividere con un figlio quelle più belle e intime della sua vita (la bellezza di una canzone, di un paesaggio, il fare insieme una escursione in montagna, oppure la passione calcistica), sembra anche lui finalmente cedere, tra le righe, in modo del tutto personale, intimo e tormentato al desiderio di essere padre.

 



Simone Consorti
Sterile come il tuo amore.
Besa Editrice, 2008, 131 pagine €.13,00

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 81 maggio 2009