Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Astronomia

Hitler, Mussolini e l’Osservatorio astronomico del Tuscolo

"Rilevare per conoscere; conoscere per conservare, restaurare, catalogare, riqualificare ...", il rilevamento architettonico dunque come strumento principale di indagine per L'osservatorio astronomico del Tuscolo. Rilevamenti e progetti a cura di Rodolfo Maria Strollo, secondo volume della collana Quaderni di Architettura dell'Area Tuscolana diretta dall'autore.
La corposa opera, circa 500 pagine, è il risultato di una lunga ricerca, inizialmente sollecitata dalla stessa amministrazione dell'Osservatorio al Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Avviata nel 2001, l'opera è stata felicemente portata a termine dall'autore, titolare del corso di Rilevamento architettonico, a ridosso del 2009, anno internazionale dell'Astronomia..
L'Osservatorio Astronomico del Tuscolo è un'opera poco conosciuta del nostro recente passato, una delle ultime dell'intensa attività edificatoria del ventennio fascista, a testimonianza della monumentalità ricercata dal regime anche nelle opere pubbliche di servizio.
La struttura si presenta oggi quale vero e proprio "monumento moderno" per le considerevoli dimensioni, le soluzioni tecniche e tecnologiche adottate e la dominante collocazione paesaggistica tra le storiche Villa Aldobrandini e Villa Mondragone, tra Frascati e Monte Porzio Catone, al cui territorio comunale appartiene. Si intendeva probabilmente stabilire una corrispondenza sui Colli Albani alla monumentale sistemazione prevista per la mancata Esposizione Universale del 1942.
Il complesso fu costruito per installare la strumentazione ottica d'avanguardia che Hitler aveva promesso di donare all'alleato italiano in occasione della sua visita a Roma nel maggio del 1938. La pergamena consegnata al Duce dal Fuhrer riportava infatti "...prego Benito Mussolini, Duce del popolo che diede al mondo il grande inventore e scienziato Galileo Galilei, di gradire in dono un telescopio Zeiss ed insieme l'intero arredamento per un Osservatorio Astronomico e ciò in segno di omaggio e di amicizia". Mussolini tra l'altro ricambiò l'importante dono con una nota opera d'arte, il Discobolo Lancellotti, copia romana in marmo pario della celebre scultura di Mirone. La scultura rientrò poi in Italia, insieme a numerose altre opere d'arte trasferite, per opera di Rodolfo Siviero capo della Delegazione per le Restituzioni. Lo stesso accadde per le cupole dell'Osservatorio, requisite dalle truppe tedesche occupanti; la strumentazione ottica invece, requisita in fabbrica dai Russi come bottino di guerra, non giunse mai in Italia.
Interrotto il cantiere a causa degli eventi bellici, il completamento del complesso fu ripreso nel dopoguerra, ma esso di fatto è stato destinato a funzioni amministrative, didattiche e museali, salvo l'insediamento, per alcuni anni, di un telescopio dell'Università di Edimburgo in uno degli edifici minori.
Il complesso scientifico ha avuto, dunque, un destino assai diverso da quello originariamente previsto, anche perché l'intenso sviluppo residenziale della zona circostante e della pianura al di sotto di esso hanno ben presto reso l'area del tutto inadeguata allo svolgimento della delicata funzione per cui era stato pensato. D'altronde, già all'epoca della costruzione, diversi esperti avevano avanzato dubbi sulla reale idoneità dell'area scelta.
L'Osservatorio costituisce quindi un'opera "non completata" nelle sue funzioni e giunta fino a noi con trasformazioni spaziali e architettoniche in corso d'opera ancora in atto in tempi recentissimi.
Per questo il principale obiettivo dello studio è stato quello di chiarire, attraverso il rilevamento, i punti oscuri delle notizie documentali per la ricostruzione della vicenda architettonica e predisporre, a seguito del mancato utilizzo per lo scopo deputato e l'attuale incerta destinazione, proposte di riqualificazione e valorizzazione dell'area che ricade nel Parco dei Castelli Romani.
La struttura ha comunque costituito un polo di attrazione per altri centri di ricerca. L'area tuscolana , infatti, è divenuta una delle zone più caratterizzate, in Italia, da una intensa e qualificata attività nei settori scientifici e del terziario avanzato ospitando le sedi di: ENEA, ESA, INFN, CNR, ISPESL, del Centro servizi della Banca d'Italia, oltre al citato Ateneo di Tor Vergata e alla costruenda nuova sede dell'ASI, Agenzia Spaziale Italiana.
La documentazione rivela anche due interessanti personalità di progettisti poco noti: Giovanni Sacchi e Alberto Cugini, entrambi operanti ad alto livello sia nell'attività professionale, sia in quella scientifica e didattica, presso il Politecnico di Milano. Furono scelti per questo incarico dall'astronomo Emilio Bianchi, operante appunto in area milanese, delegato da Mussolini a soprintendere alla progettazione e realizzazione del complesso. In particolare, Giovanni Sacchi risulta una figura poco studiata: nonostante l'alto profilo culturale e artistico e l'elevata competenza tecnica e tecnologica, una prematura morte gli impedì sfortunatamente di emergere sulla scena architettonica nazionale.
L'articolazione interna del volume include, inoltre, un vasto apparato iconografico di elaborati progettuali, frutto di minuziose ricerche d'archivio presso collezioni pubbliche e private. Notevole anche l'apparato bibliografico a fronte di una scarsissima documentazione di partenza, riferibile solo a notizie di stampa.
Le diverse soluzioni e varianti previste, nell'arco della progettazione, per i diversi edifici del complesso vengono proposte attraverso la ricostruzione virtuale con un ampia serie di rendering, funzionali all'esposizione storica e alla conoscenza scientifica, realizzati dai laureandi Sofia Fiorani e Valerio Marino.
L' immagine fotorealistica risulta una valida efficace scelta al fine di suggerire quell'"Osservatorio che avrebbe potuto essere e non è stato", come scrive l'autore , riferendosi ai molteplici condizionamenti subiti dai progettisti e alle vicende che ne determinarono un'incompiuta e difforme realizzazione.
La pubblicazione si avvale anche di contributi di altri docenti, ricercatori e studiosi operanti presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, come il prof. Flamino Lucchini, principale responsabile, in particolare, delle ipotesi progettuali di valorizzazione e gli ingegneri Leonardo Donato e Alessandro Ledda. L'architetto Claudio Baldoni arricchisce il testo con una dotta disquisizione sul concetto di monumento moderno con richiami ai grandi maestri Alois Riegl, Cesare Brandi, Bruno Zevi, Giovanni Klaus Koenig, Ernst H. Gombrich e ad autorevoli studiosi contemporanei quali Giovanni Carbonara e Sergio Poretti.
In conclusione, un riferimento al contributo che in realtà costituisce l'introduzione al volume: il saggio del prof. Diego Maestri, Ricordi e divagazioni sull'infinito, scientifico e poetico insieme. Si ricollega all'Osservatorio con una riflessione filosofica sui quesiti che l'uomo si pone da sempre: le stelle, l'universo infinito, la nostra finitezza rispetto ai tempi astronomici, ma, al contempo, l'intelligenza nel tentativo di comprendere l'Universo e il suo mistero e di concepire concetti ardui al limite del paradossale.

 


RODOLFO MARIA STROLLO, L'Osservatorio Astronomico del Tuscolo, rilevamento e progetti; con un saggio di D. Maestri e contributi di C. Baldoni, L. Donato, A. Ledda, F. Lucchini; presentazioni scientifiche di M. Docci e R. Vittorini; Roma, Aracne, 2008, p. XL-500, con tre tavole fuori testo, ISBN 978-88-548-1112-6, € 100,00.

Per la rubrica Astronomia - Numero 81 maggio 2009