Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Ambiente in biblioteca

Sano, pulito, giusto... trasparente

Da un po' di tempo ci siamo accorti che i rifiuti sono troppi, eccessivi gli sprechi e sfrenato il consumismo. Tutto ciò ha portato a livelli di inquinamento pericolosi per la nostra salute. Cosa possiamo fare per diminuire i rifiuti? Qualcosa di semplice alla portata di tutti: riciclare, ma senza inquinare. E allora cominciamo dal vetro, riciclando i contenitori fatti con questo materiale (bottiglie, bicchieri, vasi, vasetti, bottigliette...). E' il primo passo per ridurre i rifiuti e giungere anche ad un risparmio energetico. Ogni tonnellata di rottame rifuso permette di risparmiare 1,2 tonnellate di materie prime e circa 100 Kg di combustibile. L'utilizzo di pezzi di vetro abbassa la temperatura necessaria alla fusione e così occorrono minori quantità di combustile per la fusione. Non ci vuole molto a fare la raccolta differenziata: isoliamo i contenitori in vetro dalla massa dei nostri scarti quotidiani e portiamoli nelle "campane" messe lì apposta, in strada, per accogliere i tintinnanti piccoli e grandi serbatoi di bevande (vino, acqua, olio, birra ma anche di nutrienti: latte, succhi di frutta, passate di pomodoro e sottaceti, sciroppi etc.). In questo modo, automaticamente, li avviamo al riciclo: prima verrà fatta un'operazione di selezione e pulizia. Il rottame di vetro, infatti, depurato da elementi estranei (frammenti di ceramica, corpi metallici, carta), può essere riusato infinite volte, mantenendo le medesime caratteristiche di partenza. E' sano perché non rilascia sostanza chimiche, è sterilizzabile, quindi pulito, trasparente per poter controllare il prodotto che vi è dentro, impermeabile, inalterabile (ottimo per passate di pomodoro e sottaceti, prodotti con elevato tasso di acidità), resistente... tutte qualità che proteggono la nostra salute... Ed anche incomparabilmente bello.
Sapete cosa succede a una bottiglia di PET (quella di plastica, per intenderci), piena di acqua gasata, dimenticata in un'automobile? Il contenuto si altera. Invece il vetro non rilascia sostanze chimiche in presenza della luce e del calore. Non è un caso che gli osti consiglino di travasare il vino dalle taniche di plastica ai boccioni di vetro... Ed è impensabile conservare il nostro magnifico olio, re della tradizione mediterranea in bottiglie che non siano di vetro: si usano appositamente recipienti verdi, marrone, color ambra perché il colore viene utilizzato come filtro per proteggere vino, birra e olio dai raggi del sole. E quale gusto per il palato bere il vino nel calice scintillante... o bere un bicchiere d'acqua in una coppa trasparente!
Oggi più che mai stiamo attenti alla nostra salute, pesiamo le razioni, conosciamo la differenza fra grassi animali e vegetali, osserviamo minuziose norme igieniche e poi... incorriamo comunque in numerosi errori! Dovremmo guardare alla saggezza delle generazioni che ci hanno preceduti, alla loro parsimonia, alla loro abitudine a riciclare, riusare, risparmiare, riparare. Penso ai vasetti di vetro Bormioli pieni di marmellate di frutta di stagione allineati in dispensa. Penso all'uso della frutta matura e solo di stagione, trasformata con lo zucchero e la cottura per essere mantenuta d'inverno, e trasparire dall'involucro vetroso come un invito ghiotto per sane colazioni e nutrienti merende: di lì a poco le "merendine industriali" avrebbero cominciato ad investire il mercato e ad iniziare ad inquinare la salute già dei più piccoli... Ma questa è una storia che tutti conoscono, benché il mercato ci imponga di bere il latte da bottiglie di plastica, da cartoni, e l'acqua minerale da altrettanti involucri che non hanno la certezza dimostrata dai secoli, come il vetro, di essere sterile, igienico di fare corpo a se stante, senza osmosi alcuna con il prodotto interno: di essere, insomma, sicuro per la salute.
Usiamo di più tali contenitori: soprattutto per gli alimenti, i farmaci, le bevande. Le nostre richieste specifiche, sicure, possono condizionare l'andamento del mercato. Questa è l'unica arma che abbiamo: quando facciamo la spesa, possiamo scegliere un prodotto al posto di un altro e cambiare molte abitudini con il nostro comportamento. E allora compriamo yogurt in vasetti di vetro, e bevande... tutti in questo "piccolo prodigio" composto di silice, carbonato di sodio e carbonato di calcio, prodotti inerti e atossici, comunemente presenti nelle acque minerali. E mi rivolgo soprattutto alla scuola che faccia leva sui piccoli che sono molto attenti ai problemi di ecologia: il riciclo del vetro è un processo ecologico perché riduce anche i danni derivati dallo sfruttamento delle cave di sabbie silicee e di carbonato di calcio. E allora con il passaparola cominciamo a riciclare il vetro e ad usare maggiormente contenitori di vetro per uso alimentare.
Anni fa il vetro aveva un'unica nota negativa rispetto ad altri elementi: era pesante. Ora le bottiglie sono più leggere rispetto al passato e siamo giunti a questi traguardi: attualmente un contenitore per la passata di pomodoro è più leggero dell'11% rispetto a ieri, sempre però conservando la resistenza alla quale eravamo abituati. Inoltre, ora le vetrerie sono anche più attente non solo alla leggerezza ma alla forma: quindi, abbiamo sul mercato contenitori in vetro più maneggevoli, con forme sinuose, lisce, luminose, variamente colorate (blu, verde smeraldo, giallo ambra per la birra...).
Però parecchie persone delle nostre zone si sono mostrate scettiche circa la raccolta differenziata: temono che il vetro, la carta, la plastica che noi con diligenza inseriamo nelle specifiche "campane", vengano caricati tutti insieme su un solo camion e buonanotte "selezione degli scarti".
Aspettiamo rassicurazioni circa la raccolta differenziata, per poter continuare con maggiore lena quella che è l'unica strada per contenere rifiuti e inquinamento, ma anche per facilitare il lavoro di riciclo del vetro, che è un materiale "perenne" trasformabile, riconducibile al suo stato precedente. E' un risparmio notevole di materie prime, e il nuovo prodotto è come se fosse fatto per la prima volta!
La trasparenza non è un pregio secondario (anche la plastica lo è, ma talune ricerche asseriscono che questa materia rilascia, col tempo e secondo la sostanza contenuta, elementi chimici; comunque, in che modo si può riciclare? Se non viene bruciata, è indistruttibile. Sarebbe lungo il discorso su di essa, ma, da quanto se ne sa, non pochi pesci, pensando che siano meduse, inghiottono buste bianche e muoiono). La bellezza fa parte della realtà e della storia artistica del vetro, elemento fragile e duro allo stesso tempo, autonomo in sé, perché inscalfibile da altre materie, inerte, sterilizzabile, quindi sicuro e pulito al massimo. Sì, perché questa sua inerzia chimica ci protegge da rischi infettivi: il contenitore di vetro in più si sterilizza con il calore per eliminare microbi che sono comunque nell'ambiente (il vetro sopporta trattamenti di sterilizzazione ove la temperatura arriva a 120°) e diventa un elemento ideale per la conservazione del cibo.
Il vetro ha quindi molte proprietà che ci fanno decidere senza tentennamenti per la sua scelta: è anche un materiale inerte e quindi ecologico perché non contamina l'ambiente e da esso viene lentamente trasformato in silicati. Pensiamoci: siamo noi - se lo vogliamo fermamente - a influenzare il mercato! Dipende da noi se prodotti che hanno "regnato" finora "regneranno" ancora. Soppesiamo qualità, costi e benefici per la nostra salute. Inoltre siamo purtroppo, anche, in periodo di crisi economica ed essa potrebbe indicarci percorsi più saggi, interrompendo così comportamenti economici forsennati.

Per la rubrica Ambiente in biblioteca - Numero 81 maggio 2009