Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

ARTE - PEPITE

Intervista a Giovanni Camponeschi

Ancora pepite nel nostro setaccio, con le domande di Diego Cesaroni a Giocampo ricostruiamo un profilo d'artista che trova nella tranquillità della Campagna Romana il suo luogo naturale di ispirazione.

Particolare dell'opera di Giovanni Camponeschi

D: Quando ha cominciato ad occuparsi di arte?

R: Da sempre, tanto che negli anni sessanta frequentai il Liceo Artistico di Roma e poi l' Accademia di pittura di Via Ripetta (contemporaneamente alla Facoltà di Architettura a valle Giulia). Ma all'inizio dei settanta, entrai abbastanza casualmente nell'ambiente teatrale nazionale, dove lavorai per vari anni. In quel periodo, i pennelli erano solo un hobby dei miei momenti liberi. In poche parole, la nuova Musa aveva soppiantato quasi totalmente la precedente, che, però, era da una parte a "registrare"....Del resto, nonostante lavorassi come attore di prosa, presi parte a vari allestimenti come aiuto scenografo e costumista.

D: C'è stato qualche evento particolare, qualche situazione legata al territorio dei Castelli Romani che ha influenzato la sua attività? Pensa che i Castelli romani, come area, le offrano e/o le abbiano offerto opportunità per lo sviluppo del suo percorso artistico?

R: Sono nato ed ho vissuto a Roma fino al '95, quando mi stabilii definitivamente nel territorio dei Castelli, nonostante li frequentassi fin da ragazzo. La mia attività di artista figurativo, posso ben dire che sia "rinata" definitivamente proprio nella quiete e nella riflessione, che un ambiente tranquillo, come quello della campagna romana, può stimolare. Nelle mie immagini, penso che si possano facilmente trovare questi "semi" ispiratori, sia della campagna, come del "costruito" cittadino, ancor più precisamente, romani. Inoltre, penso che contemplare la vastità di un Contenitore, come quello della Città eterna, dai Nostri bei Colli, sia una visione che non possa davvero lasciare indifferente chiunque.

D: La sua formazione si sviluppa in ambito artistico o proviene da un altro settore?

R: Alla mia formazione artistica si aggiunse poi, in seguito, anche quella spirituale: ho vissuto per vari anni in monasteri ecclesiali, dove ho appreso e sperimentato il linguaggio del silenzio, meditato i Testi Sacri e i Suoi più grandi Interpreti. Così ho potuto percepire e sperimentare che il mondo visibile e tangibile non è tutta la realtà nella quale ci ritroviamo: c'è tanto da cercare, scoprire, capire, che non vediamo, né tocchiamo e di cui non è facile dimostrarne l'inesistenza. Bisogna solo fare molta attenzione a non sbagliare le modalità d'approccio. Ma è un mondo cui siamo tutti invitati a cercare di sperimentarne l'essenza, visto che ne facciamo parte.

 


 

Giovanni Camponeschi - Note biografiche
Al secolo Giovanni Camponeschi, nasce a Roma il 3 aprile 1952. Si diploma nel 1969 presso il liceo Artistico Statale della Capitale, frequentando successivamente, per tre anni, l'Accademia di Pittura in Via Ripetta e la Facoltà di Architettura a Valle Giulia. Fra gli insegnanti d'arte figurativa conosce Gentilini, Montanarini, Cordio. Nel frattempo partecipa ad alcune collettive, fra cui la "Cento Pittori in Via Margutta" nel 1970.
Ben presto, però, abbandona l'ambiente per entrare in quello teatrale, dove, oltre che come attore di prosa in compagnie nazionali, per tredici anni, ha frequente esperienza del "dietro le quinte", soprattutto per quanto riguarda la progettazione e l'allestimento di scene e costumi.
Successivamente vive un'importante esperienza religiosa, che lo porterà ad affrontare quattro anni di studi filosofico-teologici presso l'Istituto "Antonianum" di Roma.
Negli ultimissimi anni riprende in mano i pennelli, favorito dalla quiete della campagna, presso Roma, dove abita.

 

Per la rubrica Arte - Numero 80 aprile 2009