Raramente si parla e si scrive di biblioteche sulla grande stampa e anche dentro gli inserti culturali dei quotidiani di più larga diffusione è difficile trovare spazi dedicati a tali istituzioni o, come preferisco dire io, servizi. Per cui mi ha colpito un titoletto " Le biblioteche che verranno" comparso nell'inserto domenicale del Sole 24 ore del 9 febbraio scorso. Nell'articolo di Stefano Salis, l'autore invita a riflettere su un saggio dello storico americano Robert Darnton, il quale sembrerebbe scommettere sul futuro delle biblioteche, sulla loro ragione di esistere proprio in relazione e non in contrasto con altri e più avanzati strumenti in grado di gestire e mediare conoscenza e informazione. Uno per tutti il motore di ricerca GOOGLE che ha rivoluzionato secondo Darnton il nostro stesso modo di "percepire" il sapere. Bene, ci fa piacere che qualcuno di autorevole giustifichi l' esistenza delle biblioteche, ma forse sarebbe opportuno che chi ne parla anche in Italia, imparasse a conoscerle un po' più da vicino e a coglierne realmente le trasformazioni o i tentativi che comunque e nonostante tutto (lo stesso Salis parla e denuncia la scarsità di fondi ad esse destinati ), si stanno facendo per invertire e contrastare la storica disattenzione che lo Stato italiano riserva a cultura, formazione, innovazione e ricerca.
L'articolo di Salis inoltre, se da una parte si schiera a favore dei finanziamenti per le biblioteche pubbliche e scomoda Darnton per giustificarne ancora oggi l'esistenza, subito dopo, con la citazione del volume di un "simpatico" (così lo definisce Salis) bibliotecario ligure , che con autoironia e intelligenza racconta oggi la difficile vita del bibliotecario, restituisce di fatto al grande pubblico un'immagine antica di biblioteca "la biblioteca come un rifugio" che da anni i bibliotecari tentano, a quanto pare senza successo, di sconfiggere.
La storia e in particolare l'attualità del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani parla in controtendenza rispetto alla riduzione di personale destinato ai servizi bibliotecari, da cui parte la riflessione di Salis.
Per carità , nessun trionfalismo. Ma credo sia giusto ricordare e far sapere che a dicembre 2008 il Consorzio SBCR ha proceduto alla stabilizzazione di 15 unità lavorative dopo anni di formazione-lavoro in cui si sono andate affinando una gamma di professionalità , che sposano cultura e nuove tecnologie e mettono la biblioteca al centro di importanti processi di trasformazione, legati per l'appunto all'uso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione e soprattutto lavorano per un riposizionamento della biblioteca dentro il sistema territorio, attribuendole un ruolo di primaria importanza in relazione alle nuove sfide dell'economia della conoscenza.
Un' assunzione di personale operata grazie ad un sottile e innovativo lavoro di rete tra enti e istituzioni pubbliche, che pur tra criticità e accesi dibattiti è riuscito a concludere positivamente una vertenza che rischiava di rimandare a casa giovani professionalità formate per far funzionare i servizi bibliotecari dell'Area. Senza entrare nel merito della soluzione tecnico-amministrativa messa in atto per uscire dall'impasse istituzionale in cui sembrava che la vicenda si fosse impigliata e che ha portato all'accordo siglato tra Regione Lazio, Provincia di Roma, Consorzio SBCR e Sindacati a luglio del 2008, ci sembra importante sottolineare il valore culturale dell'intera operazione: che 17 amministrazioni comunali di differente collocazione politica, più la Regione Lazio, più la Provincia di Roma abbiano trovato la forza e la volontà di individuare soluzioni comuni per i bene collettivo, significa che è possibile ipotizzare un futuro in cui saranno i contenuti dei provvedimenti a pesare, piuttosto che le formule e gli schieramenti. Non solo, significa che il lavoro di cooperazione, di costruzione di reti tra soggetti diversi su basi comuni e condivise portato avanti dal Consorzio SBCR in questi anni dentro i Castelli romani per valorizzarne risorse, competenze e talenti, comincia a produrre risultati concreti che fanno guardare con un pizzico di ottimismo alle "biblioteche che verranno"
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(1) Robert Darnton. Google & the Future of Books. In The new york review. Volume 56, Number 2 - February 12, 2009
(2) Bellonotto Marco. Il lettore occasionale. Notizie da una biblioteca di frontiera. Editore Guida 2009