Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Biblioteca di Trimalcione

A CIVITAVECCHIA, IN CUCINA CON STENDHAL

Tracciare un profilo di Henri Beyle (Grenoble 1783 - Parigi 1842), il grande scrittore francese universalmente noto come Stendhal, è operazione complessa, sia per la vastità della produzione letteraria che per la spiccata individualità del personaggio. Massimo Barone, autore del testo "Il console Stendhal" ci è riuscito con maestria, grazie a una scrittura serrata, coinvolgente e passionale. Il riferimento temporale del romanzo è agli anni posteriori al 1830. Dopo la rivoluzione di luglio e la conseguente ascesa al potere dei liberali, Stendhal viene nominato console francese a Trieste e intraprende dunque un nuovo viaggio in Italia. Ma il mandato, non gradito dal governo austriaco, lo costringe ad un trasferimento forzato a Civitavecchia, dove ricoprirà la carica di console di Francia per un decennio - dal 1831 al 1841. La nuova destinazione gli è chiaramente invisa: a quei tempi Civitavecchia, sebbene non molto distante da Roma, è una località insalubre e priva di attrattive. «Civitavecchia è noiosa, Clementina. Non ci sono dame ospitali né salotti frequentabili...». Queste le parole che l'autore fa dunque pronunciare a Stendhal nella sua vivace corrispondenza epistolare con una dama romana: le missive sono infatti l'occasione per confidare all'amica momenti di quotidianità e svelare stati d'animo con una veridicità spontanea, quasi il protagonista parlasse a se stesso. Il linguaggio e lo stile della narrazione sono per questo estremamente lineari ma al tempo stesso imbevuti di sarcasmo e arguzia non comuni, ad imitazione e tributo alla scrittura di Stendhal, considerato l'iniziatore del romanzo moderno. Nel racconto Barone riesce a trasmettere e focalizzare l'attenzione del lettore sul profondo sentimento "amoroso" di Stendhal per l'Italia: il grande romanziere fu infatti letteralmente "ammaliato" dalla natura, dalla civiltà letteraria, dall'arte e dalla musica di questa terra magica. Così alla descrizione di Civitavecchia si affianca quella delle cittadine limitrofe con i loro paesaggi naturali, le testimonianze artistiche, i siti archeologici, senza trascurare per questo spassose incursioni nella "fauna umana" del luogo. E nonostante la salute precaria - le fonti testimoniano che lo scrittore fu colpito da apoplessia - le giornate trascorrono fra disavventure amorose, battute di caccia organizzate dal fidato Vincenzo, esperto conoscitore dei boschi circostanti e dell'arte venatoria, o in piacevole compagnia di amici come Anselmo Donato Bucci e il cavalier Manzi entrambi appassionati di archeologia etrusca. L'amore del console per la buona tavola è testimoniato dalle ripetute incursioni in cucina, il regno della tuttofare Assunta, pronta a dispensare ricette subito memorizzate; in casa poi come fare a meno, per le incombenze più disparate, del "sonnolento" maggiordomo mastro Michele? Massimo Barone costruisce una singolare galleria di personaggi, che si muovono intorno alla figura del protagonista, resi memorabili proprio grazie all'accurata introspezione psicologica. Una storia costruita con elementi biografici, descrizioni artistiche e paesaggistiche reali e una narrazione fluida in cui si fondono altrettanti elementi di invenzione letteraria certo, ma che nel loro insieme ci restituiscono un ritratto di Stendhal estremamente verosimile.

[...] Adesso esco dallo studio e torno in cucina. Contenta? Che vuoi da me! Sei tu che m'hai chiesto notizie su quel che combino quando l'alto ufficio mi costringe a Civitavecchia. Magari t'aspettavi cose pruriginose (i francesi, si sa) e chissà quali stravaganze. Eccoti servita.
Bene. Quante volte ti capita d'entrare nelle cucine della tua residenza romana? Nella mia ci entro quasi ogni giorno, quando l'alto ufficio eccetera. Eppure, ti confesso che nell'esercitare questo incontestabile diritto, provo una forma d'imbarazzo molto somigliante alla soggezione; ed esito, ogni volta, prima di entrare con una scusa. Insomma, mi chiedo, cosa devo spiegare a costei? Sono io l'eccellenza. È lo stuzzicante odore che esce da quell'ambiente ad indurmi a fare infine il mio ingresso con un sorriso senza sale e le narici frementi. [...] Ed ecco, ormai ci sto e, visto che ci sto, m'accosto a passo meno deciso al camino, tanto per controllare cosa bolle in pentola e cosa si rosola agli spiedi. Assunta smette di tagliuzzare e pelare e s'accosta a sua volta. "Che abbiamo stasera?". E lei spiega, spiega con dovizia di particolari. [...] Conosco a memoria parecchie ricette, per averle sentite spesso dalla voce della mia tuttofare, che non si perita di ripetermele, ogni volta, con determinazione invero un po' teutonica. Dev'essere convinta che sono svampito. Ma il prodotto migliore della cucina locale è, a mio avviso, la zuppa di pesce. Siamo al livello della Bouillabaisse, e anche qualcosa di più. [...] La ricetta, che t'allego con altre, è tutt'altro che di facile realizzazione. Bada poi che ci vuole pesce freschissimo, che ancora profumi di mare, e chissà se i tuoi cuochi, ne trovano a Roma. Già i pochi chilometri che la separano dal Tirreno possono fare la differenza...

MINESTRA DI PESCE
La minestra di pesce è un po' come il pane: si prepara ovunque ci sia il mare. A Civitavecchia si soffriggono nell'olio aglio e peperoncino a cui si aggiungono pomodorini e prezzemolo; si mette poi il pesce di piccola taglia, che qui chiamano "mazzumaja", si fa insaporire e infine s'aggiunge acqua quanto basta. Deve cuocere a lungo. Il brodo ottenuto va filtrato al setaccio. Chi può rimette la minestra al fuoco, la porta a bollore e ci versa maccheroni spezzettati a cuocere. Ha comunque il privilegio di bersi il mare. Quelli ancora più poveri, privi addirittura dei pesciolini necessari, lo sostituiscono con un sasso ricoperto di alghe pescato nel mare basso. Torna infatti utile per la così detta "minestra di pesce fuggito" in cui gli ingredienti sono gli stessi della ricca minestra di pesce, solo che al posto di merluzzetii, trigliette e ghiozzetti c'è il sasso peloso. Me n'ha parlato Vincenzo, il mio guardiacaccia. Lui assicura che è un altro modo di bere il mare e sopravvivere. E veniamo al piatto d'eccellenza della cucina locale.

ZUPPA DI PESCE
La preparazione è più complicata ma il prodotto finale, se correttamente eseguito, è ricco di sapori: il mare lo bevi, lo mordi, lo succhi. Quando si dice che il segreto della zuppa di pesce civitavecchiese è la freschezza delle materie prime impiegate, si dice un'ovvietà, un segreto di pulcinella comune a tutti i cuochi. La freschezza e qualità delle materie prime sono condizioni essenziali per la buona riuscita d'un piatto. E per la zuppa di pesce la materia prima non deve essere genericamente fresca, deve, come t'ho già scritto, profumare. In realtà, il vero segreto della zuppa di pesce locale sta nell'arricchire, e in qualche modo amalgamare i sapori aggiungendo durante la cottura, oltre all'acqua, un brodo ristretto e ben filtrato di "mazzumaja", ovvero minestra di pesce. Suddivido la preparazione in sei fasi. Nella prima in un tegame capiente si fanno soffriggere aglio e peperoncino in abbondante olio d'oliva. Nella seconda si mette il polpo ben pulito e schiumato e un po' di vino, che si fa evaporare. Nella terza si uniscono pomodori a pezzi e prezzemolo. Si fa cuocere il tutto per qualche tempo, quindi, nella quarta fase, si dispongono i pesci che hanno bisogno di maggior cottura, come le pannocchie, lo scorfano e il cappone. Nella quinta si aggiunge il brodo di mazzumaja con non troppa acqua e si porta ad ebollizione. Infine, nell'ultima fase si dispongono quei pesci che cuocciono in minor tempo come il sarago e il fraulino, e i frutti di mare aperti. A cottura ultimata si serve con crostini di pane fritto. [...]
(Tratto da Massimo Barone, Il console Stendhal, Roma, Avagliano, [2008])

 

Per saperne di più

La produzione letteraria di Stendhal: Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815); Storia della pittura in Italia (1817); Roma, Napoli e Firenze (1817); Dell'amore (1822); Racine e Shakespeare (1823); Vita di Rossini (1823); Armance (1827); Passeggiate romane (1829); Vanina Vanini (1829); Il rosso e il nero (1830); Ricordi di egotismo (1832) pubblicato postumo nel 1892; Lucien Leuwen (1834-36) pubblicato postumo nel 1984; Vita di Henry Brulard (1835) autobiografia romanzata pubblicata postuma nel 1890; sulla rivista "Revue des Deux Mondes" negli anni 1837-1839 furono pubblicate le quattro cronache: Vittoria Accoramboni, I Cenci, La Duchessa di Palliano, La Badessa di Castro. Le novelle (ad eccezione della Duchessa di Palliano) furono successivamente raccolte in libro nel 1839 sotto il titolo "La Badessa di Castro". Dopo la morte di Stendhal la raccolta originaria subì varie manipolazioni e fu stampata nuovamente con il titolo di "Cronache Italiane", scelto da Romain Colomb per l'edizione completa di Michel Lévy del 1855. Alla precedente vennero aggiunti: Vanina Vanini (dapprima pubblicata sulla rivista "Revue de Paris"), La Duchessa di Palliano e San Francesco a Ripa; i racconti "Troppo favore uccide" e "Suora Scolastica" sono incompiuti. Memorie di un turista (1838); La certosa di Parma (1839); Diario (edito nel 1888, che descrive il periodo 1801-1823); "Il rosa e il verde" (1837), Vita di Napoleone (1838) e Lamiel (scritto tra il 1839-42) incompiuti e pubblicati anch'essi postumi.

 

Bibliografia essenziale

Stendhal e Manzoni / Gian Franco Grechi ; con una nota di Agostino Arrivabene. - Milano : La vita felice, [2006]
Stendhal, Flaubert, Maupassant : tre percorsi della memoria / Franca Zanelli Quarantini. - Firenze : Olschki, 1990
Stendhal / di Clemente Fusero. - Milano : A. Mondadori, 1949
L'adorabile Stendhal / Leonardo Sciascia ; a cura di Maria Andronico Sciascia ; con un saggio di Massimo Colesanti. - Milano : Adelphi, \2003!
Stendhal e la Sicilia / Leonardo Sciascia. - Palermo : Sellerio, 1984
Stendhal e la musica / Ottavio Matteini ; prefazione di Carlo Cordie'. - Torino : Eda, stampa 1981
Stendhal : romanzo e temi della liberta'/ Victor Brombert ; [traduzione di Maria Luisa Bassi]. - Bologna : il Mulino, 1994
Stendhal / testi di Francois Cruciani ; traduzione e adattamento di Sandro Fusina. - Milano : A. Mondadori, c1974
L'occhio vivente : saggi su Corneille, Racine, Rousseau, Stendhal, Freud / Jean Starobinski ; traduzione di Giuseppe Guglielmi, [e Giorgetto Giorgi]. - Torino : Einaudi, c1975
Il Romanzo e il caso : da Stendhal a Camus / Erich Koehler. - Bologna : Il Mulino, c1990
Stendhal fra eruditi e poeti / Massimo Colesanti. - Caltanissetta-Roma : Salvatore Sciascia, 1959
Stendhal, le regole del gioco / Massimo Colesanti. - Milano : Garzanti, 1983
Catalogo del fondo Stendhal / Biblioteca Primoli ; a cura di Massimo Colesanti e Valeria Petitto. - Roma : Edizioni di storia e letteratura, 2006
Roma con gli occhi di Stendhal / [a cura di Pietro Boragina, Giuseppe Marcenaro]. - Roma : Gangemi, stampa 2006. ((Catalogo della mostra tenuta a Roma, Vittoriano, 4 maggio - 22 maggio 2006
Stendhal a Roma : Roma, Museo Napoleonico, 7 novembre 1983-7 gennaio 1984. - Roma : Edizioni dell'Elefante, 1983. - 91 p. : ill. ; 29 cm. ((Catalogo della mostra
Giardini e rimpatrio : Un itinerario ricco di fascino attraverso le ville di Roma, in compagnia di Winckelmann, di Stendhal, dei Nazareni, di D'Annunzio / Rosario Assunto. - Roma : Newton Compton, 1991
Documentazione locale
Cronache italiane / Stendhal. (In varie edizioni). Nella raccolta si trova la cronaca del XVI secolo dal titolo "La badessa di Castro", trascritta da Stendhal, che ha come ambientazione Albano, i boschi della Fajola e il Monte Cavo. Il racconto è stato recentemente ripubblicato da una Casa Editrice locale, corredato da un interessante apparato introduttivo dello scrittore Aldo Onorati, vedi:
La badessa di Castro / Stendhal ; traduzione di Tatiana Menel ; illustrazioni di Sabina Zocchi ; [con un saggio introduttivo di Aldo Onorati]. - Albano : Anemone purpurea, [2005]
Campegiani Franco, La Badessa di Castro, in "Castelli romani : vicende, uomini, folclore",
46 (2006), n. 1, p. 23
Passeggiate romane / Stendhal ; a cura di Massimo Colesanti. - Roma : Biblioteca di Storia Patria, stampa 1981. Il testo contiene suggestive annotazioni inerenti alcune località dei Castelli Romani visitate da Stendhal.
Guglielmi Felice, Stendhal ai Castelli Romani, in "Castelli romani : vicende, uomini, folclore",
26 (1981), n. 12, p. 183-185

Filmografia

Il corriere del re (Italia, 1947) di Gennaro Righelli (Dal romanzo "Il rosso e il nero")
La certosa di Parma (Francia-Italia, 1947) di Christian-Jaque
Vanina Vanini (Italia, 1961) di Roberto Rossellini
La calda pelle (Francia-Italia, 1965) di Jean Aurel (Ispirato a "Dell'amore")
Le monache di Sant'Arcangelo (Italia-Francia, 1973) di Paolo Dominici (Ispirato alla "Cronaca del Convento di Sant'Arcangelo a Bajano" del 1577, la cui introduzione è attribuita a Stendhal)
La badessa di Castro (Italia, 1974) di Armando Crispino
La certosa di Parma (Italia-Francia-Germania, 1982) di Mauro Bolognini

Webgrafia

http://www.fondazioneprimoli.it (Sito della Fondazione Primoli)
La fondazione, annoverata fra una delle più antiche di Roma, possiede alcuni rari volumi appartenuti a Stendhal, opere dello scrittore e di altri autori con sue postille, edizioni originali e postume, traduzioni, studi, saggi vari, riviste, che costituiscono nel loro insieme il Fondo Stendhal. La fondazione che si occupa della promozione culturale letteraria fra Italia e Francia è stata istituita per volontà testamentaria del conte Giuseppe Primoli, bibliofilo e collezionista di scritti stendhaliani.