Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

La posta dei lettori

Le luci dal Bauhaus

E' pervenuto da Milano un libro dal titolo: Le luci dal Bauhaus: linee e voci, di Gianfranco De Palos, Gutenberg, 2001.
Il volumetto, di circa 70 pagine, è una raffinata commistione tra arte e poesia. L'autore condivide dell'arte del Novecento la "grande tradizione europea dell'astrattismo geometrico da Mondrian e dai costruttivisti russi...fino ai nostri Radice, ai Soldati, ai Dorazio di oggi", come sottolinea nella presentazione Giorgio Seveso. Accompagna le immagini una selezione di liriche di poeti contemporanei ispirata alla nostalgia degli "inizi". Perché degli inizi? Perché la poesia di quest'ultimo cinquantennio è una ricerca inappagata della parola primitiva, essenziale, in una società così tecnicizzata da rifiutare qualsiasi cedimento alla fantasia. Ecco allora il "fare poetico" regredire strategicamente verso il passato, "per meglio isolare, nella sua irrimediabile bruttezza, l'ideologia del presente", come scrive Giuseppe Bonura nella presentazione ai testi poetici.

Da Le luci del Bauhaus
Maria Elena Cruz Varala
Ritratto adolescente

Allora io sapevo cos'era il male
separato dal bene da una linea sottile.
Definita. Tutto era chiaro e certo.
Far colazione. Crescere.
Mia madre era lo Stato e le sue leggi.
Mio padre, pasta d'uomo repressa.
L'ordine era l'ordine.
Io ero solo una bambina che si preparava
per future varici e smagliature.
Tutto era chiaro e certo.
Obbedire. Tacere.
Non aver impulsi da pecora nera.
Ora, in quali anfratti del caos imparato
nascondo l'innocenza.
Se non arrivo a capire
quando finirono i miei scherzi di ragazza.

Per la rubrica La posta dei lettori - Numero 4 novembre 2001