Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Amor ch'al cor gentil...

Carlo Mazzantini
Marsilio, 2002

Un libro che è poesia, nei ricordi dell'incanto dell'infanzia e delle scoperte dell'adolescenza. Riaffiora la Roma del "Ventennio" senza esaltazioni e seri scosse. La Roma splendida, familiare, "bonacciona", in quel quartiere dell'Esquilino, tra S.Giovanni e S.Maria Maggiore, la Stazione Termini, il Colle Oppio, Piazza Vittorio! Che godimento, anche se velato di malinconia, per ciò che si può avere, è stato per me la lettura di questa opera di Carlo Mazzantini! Sarà perché ho vissuto in quegli anni, sarà perché ho il cuore gonfio ancora di tante emozioni e situazioni provate dallo stesso autore in quelle zone della città che amo e sento mia. Sarà, infine, che mi piacetanto lo stile del Mazzantini.
Perché Corrado Augias nel numero 12 Marzo 2002 di "Repubblica" ha voluto guastare la suggestione poetica che emana dal libro, con quel suo articolo dal titolo irrisorio, con citazioni,le più amare e con quella domanda finale insinuante?
La cartoleria Di Veroli, sotto i portici di Piazza Vittorio, era la più nota della zona e la conoscevo bene anch'io. Come tanti altri negozi in quella piazza era di proprietà di ebrei. Non ricordo proprio che in quegli anni venissero discriminati o danneggiati. Penso che non si possano addebitare le deportazioni e le camere a gas naziste a coloro che allora erano soltanto dei ragazzi, con ideali ed entusiasmi, ritenuti poi non condivisibili, ma addirittura esecrabili.
Cosa avrebbe pensato e come avrebbe giustificato la degenerazione della guerra e delle sue leggi il bambino Claudio una volta entrato "nell'età della ragione"? "Con il senno di poi" rispondo io. Cosa pensarono gli attentatori di Via Rossella, quando seppero che il loro gesto compiuto in pieno centro a Roma che brulicava di gente, aveva ucciso sì una trentina di invisi tedeschi, ma aveva provocato la prevedibile rappresaglia nazista, portando alle Fosse Ardeatine oltre trecento italiani, anche ebrei e per gran parte innocenti?
In conclusione, il libro "Amor ch'al cor gentil..." è bello perché "fascisti e non fascisti" la poesia vive nascosta nei pensieri e nell'animo degli uomini.

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 10 giugno 2002