Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

L' inventore di sogni

McEwan, Ian
Einaudi, 1999



Sono molto legato a questo libro per due motivi fondamentali : il primo è che si tratta di un regalo da parte della ragazza che amo; il secondo motivo è che si tratta di un libro dal sapore particolare, una specie di piccolo breviario del piacere di essere bambini e dunque capaci di inventare con la sola forza della mente, senza strumenti concreti né occasioni particolari. Se qualcuno ha letto McEwan ricorderà certamente gli adolescenti cresciuti troppo in fretta de "Il giardino di cemento"...il piccolo Peter Fortune è invece un ragazzino tranquillo e sereno, vive in un ambiente molto british ma anche in qualche modo intimo...insomma il ritratto tipo di una infanzia e di una vita serena. Ed è la serenità di fondo che si respira dal testo a suggerire a Peter-McEwan il piacere dell'invenzione pura, dell'astrazione, dell'assenza volontaria dal mondo...attraverso il sogno, l'immaginazione. Di qui gli episodi che compongono il testo (bellissimo quello sul piccolo gatto di casa Fortune) spiritosi, leggeri eppure veri ed in un certo modo figli di una adulta rassegnazione. L'impressione che si ricava è figlia dell'ultimo episodio, intitolato "I grandi", affresco vero del momento umanissimo e unico della "percezione della crescita". I grandi, dice Peter-McEwan, fanno cose "da grandi", pensano "cose da grandi", hanno "preoccupazioni da grandi"...e le fanno sempre stando seduti oppure andando a cercare problemi quando non ce ne sarebbe bisogno. Il piccolo Peter, con il mare alle spalle, osserva da un lato i suoi amici ridere e scherzare, mentre da lontano arrivano le voci dei grandi che chiaccherano delle loro cose...e d'un tratto la coscienza del tempo che passa si impadronisce di Peter ed insieme lo rattrista e lo esalta. In questo piccolo libro credo che ci sia una piccola scintilla da cogliere per apprezzare davvero il mistero della vita che viviamo ogni giorno.

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 19 marzo 2003