Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

A come artisti

Giorgio Galli: discussione sulla pittura

(un pittore in discussione…)

Siamo andati a trovare Giorgio Galli nel suo studio a Genzano di Roma.
Giorgio Galli è un artista a tutto tondo, un pittore poliedrico, un maestro Infioratore. Le sue opere sono conosciute a livello nazionale ed internazionale, ha appena fatto quattro mostre in America Latina ma riesce ad essere nello stesso tempo una persona semplice, un artista popolare, uno di noi, insomma.
Ci accoglie nel suo studio, mentre il fotografo Massimo Fioravanti sta immortalando i suoi ultimi quadri, opere fatte con cenere, carbone, polveri e collages, opere di grande impatto emozionale ed estetico.
Durante l'intervista ci saltella intorno il suo mitico cagnolino che si chiama, ovviamente, Matisse.


D: Chi è Giorgio Galli?
R: Io stesso ho grandi dubbi. Facendo il pittore mi metto sempre in discussione, anche perché l'arte non ti dà da vivere e quindi in un certo senso e' obbligatorio di tanto in tanto rivedere da capo i propri progetti. D'altronde se non ti trovi in questa condizione non puoi dipingere! La mia è una condizione esistenziale e artistica: sono arrivato a distruggere 40 quadri incendiandoli.
In questo particolare momento storico poi è ancora più importante riflettere su sé stessi e sulle proprie radici: sono almeno quattro anni che lavoro sui rapporti tra mondo occidentale e mondo arabo e negli ultimi tempi sto ritrovando il mio essere cristiano.
D: Hai avuto una vocazione per la pittura?
R: Più che di vocazione parlerei di due grandi persone che mi hanno indirizzato. Mio padre era una persona straordinaria. Dopo il fascismo rinunciò al posto fisso per fare il contadino. Fu perseguitato per le sue idee politiche ; conosceva la Divina Commedia a memoria e mi portò alle prime mostre. Mi ricordo ancora quando ero bambino e ho visto i primi quadri della scuola romana e, in particolare, del giorno in cui ad una mostra mio padre mi indicò uno strano personaggio vestito in maniera molto originale con un grande cappello: era Mafai! Mio padre mi presentò uno dei più grandi pittori del '900 italiano: forse quel giorno il destino mi ha lanciato un segnale... Mia madre invece mi ha dato l'input più importante dal punto di vista umano e politico. Mi ricordo ancora una manifestazione durante la quale mia madre e le altre donne di Genzano si sdraiarono in mezzo alla strada per non far passare i Carabinieri che, da Velletri, andavano verso Roma per reprimere una manifestazione.
Io so di dire qualcosa di forte ma penso che senza ideologia non ci sia arte! Per questo mia madre è stata importante anche da un punto di vista artistico, perché è stata fondamentale per la mia formazione sociale e politica.
D: Hai dei pittori "di riferimento"?
R: Sono tanti. Un po' tutto il '900 italiano ha influenzato il mio percorso pittorico. Mi sento molto in difficoltà a fare dei nomi. Certo, tra gli stranieri non posso non citare Ansel Kiefer che, con il suo bagaglio ideologico e la sua arte è riuscito a mettere in discussione tutta la cultura tedesca. E dire che proveniva dalla DDR. Anche Kunelis tuttavia, con la sua simbologia della Croce non posso trascurarlo.
Tutti i miei riferimenti comunque hanno un vissuto ideologico in partiti comunisti e certo, ricollegandomi a quanto detto in precedenza, ciò non è casuale.
D: Giorgio Galli e i Castelli Romani
R: La mia famiglia è molto radicata nel territorio. Anche Roma, per i suoi significati culturali, storici ma non solo, è un punto di riferimento.
La tradizione locale mi ha influenzato molto da un punto di vista artistico.
Il rapporto con questa terra è molto forte, anche mio padre d'altronde ha rinunciato a molto pur di poter fare il contadino qui.
Quando facevo il paesaggista ero molto condizionato dall'ambiente circostante. Ho fatto tutta una serie di opere dedicate al Lago di Nemi e anche al Monte Giove dove tuttora ho il mio studio. I Castelli sono molto vicini al mare e quindi anch'io con la mia opera artistica mi sento molto legato a questo elemento. D'altronde è risaputo che lo spazio e la luce dei Castelli Romani hanno sempre attirato molto gli artisti: basti pensare al Grand Tour.
Anche nella mia opera il territorio è stato ed è fondamentale, ed e' visibile soprattutto nella luce e nello spazio dei quadri perché io amo costruire lo spazio di ciò che dipingo come se fosse un paesaggio.
D: Giorgio Galli e l'Infiorata
R. Ho incominciato a partecipare all'Infiorata da ragazzino. Ho seguito tutto il cursus honorum fino a diventare Maestro Infioratore. Il primo responsabile dell'Infiorata che ha intuito le mie potenzialità è stato proprio l'attuale direttore del Consorzio SBCR Diego Cesaroni. Mentre il mio maestro artistico come Infioratore è stato Renato Torti.
Per quanto riguarda più propriamente i quadri dell'Infiorata sono molto legato a quello dell'anno scorso che ha celebrato i 60 anni della Resistenza anche se forse il più bello è quello di quest'anno.
L'Infiorata ha influenzato moltissimo la mia pittura: non è certo un caso se molti miei quadri sono di notevoli dimensioni: io sono abituato a farli di sette metri per quattordici!
D: Consigli per l'estate: libri da prendere in biblioteca, i film da guardare nelle arene estive
R: A prescindere dalla stagione consiglio spassionatamente la narrativa latino americana, anche se poi la lettura rimane un momento fondamentalmente "intimo". Io amo letteralmente Sepulveda. Quest'autore, del quale consiglio assolutamente "Le rose di Atacama", ha influenzato la mia pittura. Trovo che molti autori sudamericani ci siano più vicini degli autori italiani che si sentono europei... Ancora ricordo la settimana di felicità che mi ha procurato la lettura di "Cent'anni di solitudine". Ecco io adoro la narrativa sudamericana perché è "completa": ci trovi odori, colori, emozioni...
Tralasciando quest'ambito posso consigliare ai lettori del Viv@voce due libri che ho letto ultimamente: "Artemisia" di Alexandra Lapierre sulla vita di Artemisia Gentileschi che ho trovato molto interessante e "Il codice Da Vinci" di Dan Brown, un'opera intensa e coinvolgente.
Il film da vedere assolutamente quest'estate è senza dubbio "I diari della motocicletta" il film di Salles sul viaggio di Che Guevara.

E sono molto contento che quest'intervista e la tua recensione del film escano sullo stesso numero di Viv@voce.

Per la rubrica A come artisti - Numero 34 agosto 2004