Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Open water

(USA 2004) di Chris Kentis, con Blanchard Ryan, Daniel Travis, Saul Stein, Estelle Lau, Michael E. Willimson.

Se casomai vi venisse in mente, trovandovi in vacanza su un'isola dei Caraibi, di partecipare ad un'immersione subacquea di gruppo, non trascurate assolutamente, prima di scendere in acqua, di lasciare il vostro nome e cognome ai responsabili della spedizione, e pretendete che anche gli altri facciano lo stesso... Non si tratterà di pedanteria ma di prudente realismo: pare che più di una volta sia accaduto davvero a qualche imbarcazione di tornarsene in porto troppo in fretta, senza attendere che i passeggeri siano risaliti tutti a bordo. È quanto racconta OPEN WATER, tratto da una storia vera e ancor più realisticamente girato dal giovane regista, senza indugi horrorifici sul genere LO SQUALO ma neppure quell'aspetto laccato di tanti documentari sul mare. Durante l'immersione una coppia di coniugi, attratta dalla bellezza di una murena, si distacca leggermente dal resto del gruppo, che torna compattamente a bordo prima del previsto. Un errore di calcolo dei responsabili della barca, ed è la tragedia: i due riemergono e non c'è più nessuno, solo "mare aperto". A questo punto il film non modifica più la scena, se non per brevissime sequenze, facendo dell'oceano un unico immenso palcoscenico, ma continuando ad avvincere gli spettatori con dialoghi sapientemente studiati e immagini realistiche perfettamente coerenti con l'intero stile della pellicola. Per i due malcapitati sperduti in mezzo all'oceano più nessun punto di riferimento se non il corpo dell'altro, che diventa appiglio, rifugio, consolazione ma anche valvola di sfogo per paure e cedimenti psicofisici. Ci si rinfacciano scelte, anche di vita, ma poi quando cominciano gli attacchi degli animali del mare (meduse, squali, fino al tragico finale a sorpresa) il coniuge diventa infermiere, scudo, salvezza. Un rapporto di coppia studiato "in vitro" in una situazione estrema, per riflettere sui nostri rapporti a due nella normalità, ma anche sul nostro rapporto con ciò che è dentro e fuori - in questo caso SOTTO - di noi. Da vedere (ma solo al ritorno dalle vacanze!).

Per la rubrica Cinema - Numero 35 settembre 2004
Sandro Marconi |
Per la rubrica Cinema - Numero 35 settembre 2004