Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

La vita che vorrei

La vita che vorrei è forse quella dei sentimenti espressi e delle emozioni non soffocate. Film nel film, è la coinvolgente storia dell'amore tra due attori, Laura e Stefano, che si trovano a girare un melodramma ottocentesco, intreccio di passioni, malattia e morte. Un incontro inaspettato, un sentimento difficile da accettare e a cui abbandonarsi per Stefano, che per carattere vi opporrebbe forti resistenze. Laura invece non pone freni, e ci regala parole d'amore difficili da dire oggi; il film è tutto nei sospiri, negli abbandoni, nell'intensità degli sguardi. L'evoluzione dei sentimenti che provano gli attori nel bene e nel male - le paure, la gelosia, le invidie, la diffidenza, ma anche la fiducia e il grande trasporto - è spiegata dalla successione delle vicende del melodramma, che vede i protagonisti "attori" quanto mai partecipi, in un sapiente gioco di incastri tra la realtà recitata e la recitazione reale. Un vortice coinvolgente di scene che confonde lo spettatore, il quale nel passaggio da un film all'altro spesso non comprende di quale dei due si tratti; ma è proprio lo stridore tra la passionalità trasfusa dagli attori in costume sul set e le inquadrature in cui compare in tutta la sua "crudezza" la troupe cinematografica, a rendere le emozioni più forti e a catturare ancor più l'attenzione di chi guarda. Ad esempio, finito il film dell'Ottocento, l'abbandono di Stefano, il dolore di Laura sono sapientemente espressi dalla violenza con cui lei stacca via le lunghe ciocche applicatele sui capelli per recitare il suo personaggio.
Un lungo distacco, un dolce segreto da svelare, un riavvicinamento difficile ma necessario segnano la fine del film "reale" ma forse l'inizio di quella vita che vorremmo per Laura e Stefano (ed anche per noi!).

Per la rubrica Cinema - Numero 37 novembre 2004