Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Editoriale

Fiori protagonisti

C’ è un suggestivo percorso turistico-culturale che ormai da anni caratterizza la primavera in molti comuni dei Castelli con feste e iniziative che vedono i fiori protagonisti, ma la consuetudine di abbellire con piante e arbusti dai fiori vistosi non solo gli spazi della vita collettiva ma anche ingressi, balconi e cortili delle abitazioni, è plurisecolare, e appannaggio non certo esclusivo delle famiglie aristocratiche. Sembrerebbe infatti che un certo costume estetico sia proprio connaturato al genius castellano, se George Sand constatava, non senza meraviglia, che nel nostro territorio persino le case più umili erano solite esibire pareti o soffitti affrescati, sui quali ovviamente i fiori occupavano una superficie non proprio di scarsa rilevanza.
Le manifestazioni floreali di oggi, dunque, divenute quasi delle istituzioni, spesso promosse dalle stesse amministrazioni comunali, non fanno che suggellare una vocazione antica che con le feste dei fiori ha semplicemente trovato una sua più compiuta e moderna espressione, esaltando quella natura ricettiva e accogliente che da sempre costituisce l’elemento di distinzione dei colli albani e tuscolani, residenze estive di nobili e pontefici, mete privilegiate di artisti e viaggiatori, sedi di miti antichissimi che ancora sembrano echeggiare nei boschi e tra gli edifici e i templi dei nostri siti archeologici.
Camelie, rose, orchidee, narcisi, azalee. Da marzo a giugno sono soprattutto questi, i fiori che in un autentico tripudio di profumi e colori impreziosiscono le nostre cittadine. Centinaia di migliaia di fiori. Attraverso i vicoli e nelle cantine tradizionali, tra gli alberi secolari degli splendidi parchi e attorno alle fontane, lungo le scalinate dei palazzi storici, nelle piazze e nelle strade, dove nel corso di pochi mesi si riversano migliaia di visitatori delle più svariate provenienze, stupiti e ammirati di fronte a centinaia di specie diverse di ogni singolo fiore, presentate con orgoglio da decine e decine di cultori, espositori, coltivatori o semplici amatori, non solo locali e nazionali ma anche d’oltrefrontiera. Dicevamo vocazione antica, favorita da un territorio vulcanico che genera narcisi, orchidee, rose e ginestre, ma che da secoli accoglie anche le orientali camelie e le americane bouganvillee, rivelandosi terreno fertile per la riproduzione spontanea, la coltivazione e l’ibridazione di qualsiasi specie floreale.
Ma percorriamolo velocemente, questo itinerario che si snoda lungo i bordi del Vulcano Laziale, secondo un percorso cronologico che accompagna la primavera per tutta la sua durata. Ovviamente alcune tappe sono già passate, e molte specie sfiorite. Poco importa. Anche se un po’ tardivo, il nostro tour vuole essere soprattutto la celebrazione di una tradizione armonica e gentile che unisce fantasia e organizzazione, cultori e produttori, singoli e collettività. Perché se è vero che molti eventi costituiscono l’evoluzione di costumi popolari, è altrettanto vero che alcuni sono stati ideati in momenti ben precisi da privati, come Orchidee al centro a Monteporzio o la Festa delle camelie a Velletri, per opera di appassionati quali Gianni Ferretti e Piero Caneti, ai quali va il merito di aver dimostrato come un forte legame con la natura e il territorio unito all’impegno e all’inventiva possano tradursi in azioni esemplari e durature.
A Velletri la tredicesima edizione della Festa delle camelie ha inaugurato la primavera. Due giorni inebriati di quell’unico profumo che non faceva tossire la fragile Alphonsine di Dumas, attraverso i quattro suggestivi percorsi guidati dei Casali, della Montagna, dei Viali e del Centro storico.
La settimana successiva, a Genzano, le Camelie sul lago hanno reso ancor più scintillante il Parco Sforza Cesarini, e sempre a marzo, ma questa volta fino ad aprile inoltrato, a Monte Porzio si è svolta la rinomata Mostra del Narciso, la cui durata ha permesso di vedere fiorite le varietà precoci ma anche quelle a fioritura intermedia e tardiva.
Ad aprile, e ancora a Monte Porzio, numerosi coltivatori hanno vivacizzato con le loro Orchidee in centro decine di cantine riproducendo al loro interno i più svariati e preziosi habitat di questa specie floreale che deve il suo nome all’incauto Orchis, giovane greco che non accontentandosi di ammirare da lontano una Baccante cercò di forzarne l’amore e per questo fu prima dilaniato da animali feroci e poi per pietà trasformato nel fiore che per tale circostanza è divenuto simbolo dell’amore irresistibile.
E a maggio? Colonna ha celebrato la sua diciassettesima Festa della Primavera con le Azalee in centro, devolvendo il ricavato delle vendite a un progetto finalizzato alla maternità protetta in Tanzania ed esponendo persino una trentina di esemplari centenari prestati dal comune di Roma. A Lanuvio invece ha trionfato la rosa, il fiore in assoluto, il più amato e conosciuto ma anche il più misterioso. Rosa rosae è il nome della manifestazione che il comune ha dedicato al fiore più diffuso e ricco di significati simbolici. Passionali e salvifiche, sacrificali e segrete, oltre 500 specie di rose hanno invaso di profumo e colori le cantine e le piazzette del borgo antico, mentre a Castel Gandolfo lo stesso fiore è stato celebrato in significativo connubio con il vino nella manifestazione Rose & Rosati.
A giugno Nemi assocerà alla tradizionale sagra delle fragole una Mostra dei fiori più belli delle coltivazioni che si estendono lungo i bordi del lago nei pressi del tempio della Diana Nemorense, mentre Cecchina il 3 giugno sarà in fiore grazie ad una giovane manifestazione al suo secondo anno di vita. E infine, sempre a giugno, la vera celebrità, la regina delle feste, la più originale e nota in tutto il mondo, che per la particolarità della sua composizione sembra proprio concludere il ciclo della fioritura. E’ l’Infiorata di Genzano, la più istituzionalmente antica, la più popolare ed esclusiva, quella in cui con i suoi mosaici di petali confluiscono davvero una molteplicità di anime. Devozione e laicità, immaginazione e rigore, arte e artigianato si incontrano in questa manifestazione che da oltre due secoli vede impegnati istituzioni e singoli cittadini, giovani e adulti, uomini e donne in uno sforzo creativo che si dispiega lungo un percorso di oltre duecento metri tappezzati di splendidi quadri alla cui realizzazione ambiscono ormai artisti di ogni nazionalità.
Per la rubrica Editoriale - Numero 63 giugno 2007