Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Vent'anni insieme

2009

Accabadora

Dalla rubrica Cibo per la mente

Con questo libro la scrittrice sarda vinse il Premio Campiello del 2010.
E' una storia quasi interamente al femminile, cominciando dalla protagonista, Maria Listru, ultima di quattro sorelle orfane di padre. Maria viene così adottata da Bonaria Urrai, una donna nubile e benestante diventando una "filla de anima", secondo un accordo generato in maniera privata per cui si cede l'affidamento volontario e consensuale di un figlio da parte dei genitori a terze persone.


Bonaria ha preso con se la bambina per crescerla, darle un'istruzione e farla diventare sua erede, in cambio la ragazza si dovrà prendere cura di lei quando sarà necessario.
Maria è contenta della sua nuova vita, è grata a Bonaria per tutte le attenzioni che le riserva e per tutti gli insegnamenti, ma anche perché la lascia vivere libera e tranquilla e in cambio non le chiede niente e tra le due nasce un legame molto forte.
Ma ci sono tante cose che Maria non comprende bene, c'è qualcosa di misterioso nella figura di Bonaria, donna silenziosa, compassata, sempre vestita di nero. Maria osserva ma non capisce e il mistero che nasconde Bonaria verrà lentamente scoperto dalla protagonista e svelato al lettore in modo intrigante e avvincente.


Ambientato in una Sardegna degli anni Cinquanta, ci descrive un mondo antico, arcaico, fatto di piccole quotidianità di paese, di un popolo semplice, povero e rispettoso delle antiche tradizioni.
Caratterizzato da un linguaggio curato, diretto e a volte quasi magico affronta tematiche impegnative come l'adozione, l'eutanasia, la pietà, il dolore, la morte con uno stile fluido e scorrevole. Accabadora è un romanzo intriso di grande umanità e compassione. Temi che in questo libro commuovono e in alcuni momenti toccano profondamente l'anima. Nelle sue pagine si ritrova un'autenticità di sentimenti e di comportamenti umani che ci aiutano a capire che parliamo tutti lo stesso linguaggio, che non è fatto solo di parole, ma anche di sguardi, di silenzi e di complicità.
"Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo".



Michela Murgia
Accabadora
Torino, Einaudi, 2009

Per la rubrica Vent'anni insieme - Numero 135 gennaio 2018