Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Città Metropolitana

È tempo di lavorare ad una rete dei servizi bibliotecari metropolitani

Dal primo gennaio 2015 ha preso concretamente corpo la Città Metropolitana di Roma Capitale, che, in applicazione della legge Delrio, è subentrata alla disciolta Provincia di Roma. Si è aperta così una fase di riforma complessa e difficile, con alcune incertezze anche in ordine alla distribuzione di talune competenze tra i vari livelli istituzionali.
L'ultima legge di stabilità regionale ha comunque mantenuto ferme le funzioni e i compiti amministrativi della Città Metropolitana riferiti a beni, servizi e attività culturali.


In tale contesto, lo scorso 18 marzo il Consiglio Metropolitano ha adottato una deliberazione di indirizzo orientata verso la prospettiva della costruzione di un "Sistema bibliotecario metropolitano policentrico", inteso in primo luogo come un percorso ritenuto utile per strutturare in modo più efficace ed efficiente le reti dei servizi bibliotecari sul territorio.
Sulla base di tale indirizzo politico, il 26 maggio la Città Metropolitana ha promosso, con la preziosa collaborazione del consorzio SBCR, un incontro molto partecipato su "Biblioteche in coworking", mediante il quale mettere a fuoco opportunità e criticità dei quali tale percorso può essere costellato.


L'idea di un possibile modello policentrico, illustrata nell'incontro da Esterina Dominici, si basa su tre livelli: la biblioteca, come elemento di prossimità al territorio ed erogatore diretto dei servizi ai cittadini; il sistema territoriale come nodo di raccordo e di supporto in un ambito definito; il sistema metropolitano come luogo di coordinamento e di gestione dei servizi trasversali a tutto il territorio. Si tratta di un'idea di struttura policentrica che intende naturalmente valorizzare le realtà esistenti, rafforzandone le specificità in un'ottica di rete, e favorendo ulteriori processi di aggregazione sistemica.


Abbiamo confrontato questa idea con l'esperienza del Consorzio Sistema bibliotecario nord ovest di Milano, riportata dal suo Direttore, Gianni Stefanini. Siamo stati confortati dalla dottrina del professor Luciano Hinna, che ha fornito un incoraggiamento alla sperimentazione di un sistema bibliotecario policentrico metropolitano riconoscendo il "plusvalore" intrinseco nei sistemi organizzativi delle reti territoriali e ritenendo che esso possa costituire un notevole fattore di innovazione e di efficientamento, favorito dalla intelligenza collettiva di una comunità professionale molto motivata e appassionata, come quella dei bibliotecari. Proprio in rappresentanza di tale comunità professionale è intervenuta all'incontro Anna Galluzzi, della Associazione Italiana Biblioteche, che ha concentrato il suo ragionamento sul senso della cooperazione tra globale e locale in una fase di grande trasformazione sociale, economica e culturale.
Cristina Selloni, direttore della Istituzione Biblioteche di Roma, ha invece evidenziato le molte criticità del percorso derivanti dalle incertezze delle prospettive istituzionali e dalla esistenza di strutture, come la stessa Istituzione, difficilmente riducibili ad una ottica di rete come quella proposta. Infine Pierluigi Regoli, capo segreteria dell'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, ha voluto evidenziare il favore ed il sostegno che l'ottica di rete deve ricevere dalle istituzioni.
L'avviso rivolto ai sistemi del territorio regionale e pubblicato dalla Regione il 2 agosto scorso, sulla base della legge 6/2013, conferma nei fatti il favore verso le aggregazioni tra i soggetti operanti nei servizi culturali e costituisce pertanto una opportunità non trascurabile per procedere sulla strada sopra delineata.


La visione proposta dal Consiglio Metropolitano, approfondita nell'incontro "Biblioteche in coworking" e rintracciabile nell'avviso pubblico regionale è dunque un terreno su cui lavorare concretamente per la costruzione di efficienti sistemi di gestione dei servizi pubblici in ambito metropolitano. Lo sguardo va rivolto ad una strategia che integri le politiche culturali, sociali e di promozione territoriale a partire dalle realtà concrete già esistenti, rispettandone la storia e l'autonomia, ma lavorando per valorizzarle in un'ottica di rete. Si tratta di una visione che presuppone il superamento di egoismi, di particolarismi, di campanilismi, che rischiano di frenare una evoluzione per larga parte tanto auspicabile quanto inevitabile.