Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Design

Amavis, recycling project

Intervista a Ada Maria Vittoria Santarelli

In anticipo rispetto all'avvio della raccolta differenziata nella città di Genzano, Mavi Santarelli ha scelto di trasformare i rifiuti urbani in risorsa creativa e imprenditoriale: dal 2012, con il suo marchio "Amavis, recycling project", produce abbigliamento e accessori attingendo a fonti inusuali per reperire i materiali: autodemolizioni, lavanderie industriali, tappezzerie artigianali.
Lo show-room Amavis, inaugurato in occasione della tradizionale Infiorata, ha incuriosito e appassionato cittadini e commercianti della zona che hanno scoperto il talento creativo e il risvolto etico del lavoro di Mavi. Da allora, contribuiscono alla preziosa raccolta dei materiali offrendole una selezione di rifiuti domestici, abiti usati, biancheria e oggetti non riparabili, imballaggi di plastica e di cartone che ingombrano negozi e magazzini.
Mavi Santarelli crea abiti e oggetti irripetibili e sorprendenti, prodotti artigianali di alta qualità confezionati con cura e precisione. L'abbiamo intervistata nello show-room di Genzano, per conoscere meglio il suo progetto e la sua azienda. E' emozionata, parla sottovoce mentre raccoglie all'ingresso del suo show-room un paio di buste che contengono indumenti e pezzi di ricambio per auto.


Cosa significa Amavis?
Sono le iniziali del mio nome, Ada Maria Vittoria Santarelli. La passione di creare e cucire nasce nella mia infanzia, quando ritagliavo abiti e pezzi di tessuti per vestire le mie bambole. A 13 anni ho iniziato a cucire per me, utilizzando tutto ciò che potevo recuperare: i sacchetti per la biancheria, i pantaloni che il nonno non usava più, le magliette consumate diventavano tailleur o gonne da indossare tutti i giorni. Per le occasioni più importanti ho cucito un abito da sera con un vecchio paracadute.

Progettare e produrre con i rifiuti richiede un dispendio notevole di energie...
Non ho mai pensato di utilizzare materiali nuovi o diversi. E' la materia che mi dà lo spunto per creare: disegno un abito solo dopo aver preso tra le mani il tessuto che userò.

Chi si occupa della produzione di Avamis?
Per le cerimonie e gli eventi importanti delle mie clienti curo personalmente il design e la realizzazione dell'abito e dei suoi accessori. Quest'anno il lavoro si è intensificato e ho meno tempo da dedicare al confezionamento dei capi. Per questo mi affido anche alle abili mani delle sarte che lavorano con me in laboratorio.

Ci puoi accennare qualcosa dei tuoi lavori in corso?
Mi sto dedicando a due allestimenti. Il primo, nello show-room di Genzano, per la collezione estate 2014 "Amavis"; il secondo, nella sede della biblioteca di Lanuvio, per la presentazione del libro "Un giorno di gioia" di Aurelio Picca: il Comune mi ha affidato l'installazione della Sala delle Colonne di Villa Sforza Cesarini. Sto leggendo il racconto per cogliere qualche particolare che mi ispiri...

Mentre ci salutiamo prende sul tavolo di lavoro una piccola rosa di plastica rigenerata, forse sarà lo spunto per creare l'ambiente della Sala in cui l'autore presenterà la sua opera. Si emoziona di nuovo e mi dice:
"Era un pezzo di plastica destinato alla pattumiera, ora ha una seconda vita".

Grazie Mavi, la tua rosa è un frammento prezioso del buon design...

Per la rubrica Design - Numero 121 giugno 2014