RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Pepite

Giuliano Preparata: uno scienziato “difficile”

Intervista alla sorella Luciana

Nato a Padova nel 1942, Giuliano Preparata ha vissuto a lungo a Grottaferrata, negli anni giovanili, e a Frascati, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. È morto il 24 aprile del 2000. E' stato un grande fisico, uno scienziato di rilievo mondiale, noto per i suoi studi teorici di fisica quantistica. Per le sue teorie e, in particolare, per i suoi esperimenti sulla fusione nucleare fredda è stato a lungo osteggiato dalla "ortodossia" accademica, che ne ha contestato i risultati scientifici. Oggi la fusione nucleare fredda è oggetto di rinnovato impegno di ricerca scientifica in tutto il mondo.

 

La famiglia

Luciana, tu sei la più piccola dei fratelli Preparata?
No, sono la terza... Eravamo quattro. Il più grande è Franco, quello che è negli Stati Uniti. Poi c'era mia sorella Laura, che è morta mitragliata, durante la guerra. Poi ci sono io, e poi c'era Giuliano.

Di dove è originaria la tua famiglia?
Papà era napoletano, mamma era di Reggio Emilia, tre di noi fratelli siamo nati a Reggio e uno a Padova...Una famiglia medio borghese...Mio padre è stato presidente dell'opera Balilla, prima a Gorizia e poi a Reggio, e poi a Padova.

Quando siete arrivati a Roma, e poi a Grottaferrata?
A Roma siamo arrivati esattamente un anno dopo la disgrazia che avevamo avuto... il 13 ottobre del 1945

 

La guerra

A quale disgrazia ti riferisci?
Siamo stati mitragliati nel '44, e ho perso mia sorella... Papá era andato in guerra come volontario... con quattro figli... era capitano dei bersaglieri ed è stato fatto prigioniero l'8 settembre del '43 a Knin, in Croazia e portato in Polonia, a Deblin Irena. Mio padre ha scritto un diario durante la prigionia, dove ha annotato e raccontato tutto...

 

Gli anni giovanili a Grottaferrata

Finita la guerra ci siamo ritrovati a dover ricominciare e non fu semplice. Ci siamo trasferiti a Roma e un giorno, mentre camminava per il Corso, mio padre si sentì chiamare... Era un suo compagno di prigionia, si chiamava Feliciani... Grandi baci e abbracci, papà gli spiegò la sua situazione e lui, che era in Propaganda Fide, gli disse che stavano cercando un amministratore per la Fiera Letteraria. Fu così che papà diventò l'amministratore della Fiera Letteraria e lo fu fino a che la Fiera Letteraria, purtroppo, ha chiuso. Papà lavorava a Roma e noi ci siamo trasferiti a Grottaferrata, perché mio zio era medico condotto di questo paese. Era il 1945. Siamo rimasti 17 anni a Grotta, dal 1945 al '61. Abbiamo abitato a Villa Guidi, fino al 1961, l'anno in cui siamo tornati a Roma. Abbiamo avuto una casa a Grottaferrata fino al '71.

Che cosa ricordava Giuliano del periodo "grottaferratese", ne parlava?
Grottaferrata è rimasto il paese che lui ha amato profondamente... e l'ultimo anno, quando era a Frascati e aveva preso una casa in affitto, a Villa Torlonia, dove poi è morto, e mi diceva "Luciana, però non è più la nostra Grottaferrata...". La nostra Grottaferrata aveva 3800 abitanti quando siamo venuti ad abitarci... ricordavamo il Colle della Ginestra come la Pinetina... da Villa Guidi comunicavamo con gli altri con un drappo o rosso o bianco, venite voi o andiamo noi... Percorrevamo Grottaferrata con Franco, che essendo il più grande ci guidava... Ci chiamavano i tre paperini, perché portavamo dei cappellini a quadrettini, Franco con l'acchiappafarfalle e noi due dietro... Del resto lui aveva cinque anni più di me e sette più di Giuliano, noi due eravamo bimbetti e lui era già grande, lui era al liceo e noi facevamo le elementari... Franco faceva dei meravigliosi presepi ogni anno, e io e Giuliano andavamo fuori a cercare il muschio, la ghiaia... Eravamo piccoli, e dopo Villa Guidi, al Colle delle Ginestre, nel '51 siamo andati ad abitare nella nostra casa, che c'è ancora, a via Sentiero delle Rose, vicino via San Giovanni Bosco, a fianco della Chiesa... venendo da Piazzetta Marconi, casa nostra è la terza casa, con i tre archetti rossi davanti... La fecero costruire mamma e papà...

Quando ancora si poteva costruire in quella zona...
...che allora era un vigneto... Fecero una lottizzazione, nel '49, con strade strettissime in terra battuta, di quattro metri, costruite dai proprietari dei lotti... erano lotti di 1000 metri... Ai lati delle strade c'erano i canalini di scolo delle acque. Tutto fatto privatamente... Nel '61, quando io tornai dall'Inghilterra, mio padre fece installare il telefono: quando a Grottaferrata il telefono l'avevano solo il medico, il farmacista, i carabinieri e forse il prete... e non c'era una cabina telefonica... Nel '61! Nel '65, per parlare con mio fratello Franco negli Stati Uniti, a parte l'attesa per la comunicazione, tre minuti si pagavano tremila lire! Un altro mondo rispetto a quello di oggi... Noi facevamo i nostri giochi in giardino, avevamo delle querce enormi e un gran melo, su cui ci arrampicavamo per farne il nostro aeroplano..., seguivamo tutti il Giro d'Italia e in giardino facevamo delle piste stupende! I caporioni erano mio fratello più grande e mia cugina Feconda, che poi è diventata medico scolastico a Grottaferrata. Si giocava in casa, bastavamo a noi stessi!

Tuo fratello Giuliano andava a scuola a Roma ma aveva qui le sue amicizie...
Sì, sì... Lui andava molto all'Oratorio... Aveva anche amici tra le persone che avevano le ville a Grottaferrata e venivano qui d'estate... Giocavano a bridge, a scacchi...

Giuliano ha avuto rapporti con il Circolo Studentesco di Bruno Martellotta?
Bruno ha creato il Circolo nel '53 e Giuliano è entrato a farne parte nel '60, quando si è iscritto all'università...

Il Circolo era ancora attivo...
Certamente! Poi, nel '61, siamo andati a Roma... lui era già al secondo anno di università e ha continuato la sua vita a Roma. Poi nel '77 io mi sono trasferita di nuovo a Grottaferrata e lui veniva spesso a trovarmi: ogni tanto faceva un giro per il paese, per vedere se ritrovava qualcuna delle persone che aveva conosciuto qui. Ma la sua vita poi è stata sempre molto fuori, prima a Ginevra, sei anni, poi a Bari... quando rientrava, veniva a Roma, per mamma e papà, e quando sono venuti a mancare loro veniva a trovare me, ma abbastanza sporadicamente...

 

Gli studi

Giuliano ha frequentato le elementari a Grottaferrata. Era avanti di un anno perché aveva fatto la primina, privatamente, dalle suore del Sacro Cuore, dove è stato fino alla terza elementare, poi la quarta e la quinta le ha fatte alla Virgo Fidelis, con suor Cristina, la mitica Suor Cristina... Poi le medie le ha frequentate a Roma... faceva avanti e indietro con Roma... scendeva con mio fratello e con mio padre... prendevano il tram, il famoso tram dei Castelli...

la mitica ferrovia dei Laziali...
Sì, la STEFER... c'era l'imperiale aperta: gli studenti li mandavano su e gli anziani giù, perché giù c'erano i vetri! Tutti e due, Franco e Giuliano, prendevano il tram... ma anche mio padre scendeva col tram tutte le mattine.

perché non frequentava a Grottaferrata?
A Grottaferrata le medie non c'erano... a Frascati erano tutti istituti religiosi... e tutti e due i miei fratelli hanno studiato al Pilo Albertelli, scuola pubblica... Avevano insegnanti eccellenti... Franco aveva addirittura degli insegnanti universitari che non avevano cattedra... e Giuliano, come racconta nel suo libro, in lettere andava benissimo, aveva 9, 10...

E come mai allora ha scelto la fisica?
Nicola Cabibbo, il grande fisico, studiava a casa nostra con mio fratello più grande... allora il biennio di ingegneria e fisica era comune... Giuliano racconta nel suo libro, "Dai quark ai cristalli" - che è la sua autobiografia, il racconto del suo viaggio nella fisica - che lui ascoltava dietro la porta i discorsi tra Franco e Nicola Cabibbo, e fu così che decise di fare fisica... e papà accettò, cosa che non era successa con Franco... Fu una grossa delusione per i suoi professori di lettere... Giuliano, promosso in terzo liceo con la media del 9 e 1/2, si prese un 6 in fisica...

In fisica?!
E sì, perché contestò il professore! Arrivò ad una conclusione - non mi chiedere quale, come e perché... - compiendo un percorso diverso da quello spiegato dal professore e questo professore del liceo classico, in cui la fisica era una materia importante, ma non tra le principali, non accettò l'insubordinazione e gli diede 6... Quindi aveva 10 in italiano, 10 in latino... 10 e 9 nelle altre materie e 6 in fisica! La sua scelta fu una grossa sorpresa per i professori... Mi ricordo della professoressa Colombo che gli disse "Giuliano, come mai?" e lui rispose "Ho scoperto Galileo!".

 

Un bambino intelligentissimo, uno scienziato "difficile"

Questo bambino intelligentissimo aveva delle ingenuità incredibili... Era amatissimo dai suoi insegnanti, ma anche abbastanza inviso ad alcuni suoi compagni per le sue capacità, la sua intuizione, ma anche per la sua grande ingenuità... E questo marchio un po' gli è rimasto... Quando è morto alcuni giornali hanno titolato "E' morto il fisico dal carattere difficile". In effetti Giuliano aveva sviluppato una forma non di "aggressione" ma di "risposta all'aggressione"... perché è stato esautorato completamente... Amaldi lo stimava moltissimo... e Giuliano è diventato professore universitario a 31 anni... Ebbene, quando Giuliano era in America e vinse la cattedra in Italia, Amaldi arrivò a dire "Preparata, per tornare a Roma, deve passare sul mio cadavere!". Quando nel suo libro spiega che dopo 25 anni di studi e di ricerche ha sollevato il lembo di una fisica diversa, per vedere cosa c'era sotto, il mondo accademico gli si è rivolto contro, completamente, ma completamente... Quando fu intervistato, con Del Giudice, dalla Gabanelli per la trasmissione televisiva Report, Giuliano spiegò le cose e un certo professor Bosco li trattò da apprendisti stregoni... Nello stesso modo li trattò Repubblica. E loro li hanno denunciati... non si possono trattare da apprendisti stregoni persone che da quarant'anni portano avanti i loro studi con serietà e onestà... Loro in laboratorio il risultato lo hanno ottenuto... e io ti posso assicurare che ho temuto per la vita di mio fratello... Giuliano aveva un appartamento a Città Studi a Milano e lui andava a piedi all'università.. io ho avuto paura in quel periodo!

Troppi interessi in gioco e troppo grandi...
Fleischmann - lo scopritore, con Pons, della fusione nucleare fredda - l'hanno lasciato lavorare in Costa Azzurra, a Pons hanno dato in Giappone un laboratorio vuoto, dove non c'erano strumenti! Questo me lo ha detto Giuliano. Forse certe informazioni, certe notizie non vengono date... Io ho temuto per mio fratello, quando gli telefonavo gli raccomandavo di non andare a piedi. Ma lui sotto questo aspetto era ancora un ingenuo... era una persona limpida e netta, per lui o era bianco o era nero. Era difficile che accettasse il grigio... e l'ha sofferto sulla sua pelle. Sono convinta che lui si sia ammalato per tutto quello che il mondo della fisica gli ha riservato... Nella dedica che gli fa la moglie, alla sua morte, lei dice "Questo mondo che non ti ha capito...".

 

Il ricordo

Giuliano è morto il 24 aprile del 2000. Chi lo ha conosciuto o lo ha amato, ma profondamente, o lo ha odiato. Giuliano non ha avuto vie di mezzo.

Per la rubrica Pepite - Numero 113 dicembre 2012