Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Biblioteca di Trimalcione

… Exit the actress!

Tra intrighi di corte e antiche ricette la storia di Ellen Gwyn, la venditrice di arance che divenne artista del Theatre Royal di Londra

Un grazioso diario "con la copertina giallo crema e le pagine spesse, di una tonalità appena più chiara, legate insieme con un filo rosa pallido" ha custodito le appassionanti memorie dell'eroina inglese Eleanor Nell Gwyn, la donna che nella seconda metà del XVII secolo, nonostante le sue umili origini, intraprese una rapida ascesa sociale divenendo dapprima stella acclamata del Theatre Royal di Londra ed in seguito favorita del re. Questo l'artificio letterario usato da Priya Parmar nel suo romanzo d'esordio "Memorie di una cortigiana", nel quale coesistono la coinvolgente vicenda umana dell'artista e la puntuale ricostruzione di un'epoca, il Seicento, risultato di un'approfondita ricerca documentaria. La narrazione infatti, sebbene contenga alcuni elementi di fantasia, ingloba nel suo armonico fluire, personaggi storici e fatti realmente accaduti. Il racconto si snoda su due piani narrativi concatenati: da un lato, la dettagliata descrizione di episodi autobiografici condotta da Eleanor Nell Gwyn, dall'altro, un ricco epistolario composto dalle missive intercorse tra il re Carlo II d'Inghilterra, la madre Enrichetta Maria e l'amata sorella "Minette", intervallate da stralci delle cronache delle sedute del Consiglio della Corona. L'azione prende avvio nel maggio del 1662, nella misera ed angusta dimora londinese dell'allora dodicenne Ellen, al numero 9 di Coal Yard Alley, Drury Lane, dove la stessa vive insieme alla madre e alla sorella. Dopo la morte del padre, caduto in guerra, le tre donne sbarcano il lunario lavorando in una taverna e vendendo ostriche al mercato. La svolta arriva per Ellen nel febbraio del 1663, giorno del suo tredicesimo compleanno, quando viene reclutata tra le graziose ragazze addette alla vendita di arance presso il "nuovo e magnifico" Theatre Royal in Bridges Street, nel distretto londinese di Covent Garden. Il teatro, commissionato e realizzato secondo le direttive del drammaturgo ed impresario teatrale Thomas Killigrew, fondatore della King's Company, può contenere fino a settecento spettatori e possiede "palchi sontuosamente imbottiti con tende spesse e pesanti, la buca per i musicisti" e gallerie decorate con un'incredibile "profusione di dorature". Grazie alla sua nuova attività, espletata presso uno dei due soli luoghi di Londra in cui sia consentito allestire rappresentazioni drammatiche, Ellen, "la ragazza delle arance", scopre così un mondo affascinante e sconosciuto e rapita dalla suggestione magnetica della recitazione, ben presto comincia a sognare di poter calcare il prestigioso palcoscenico. Si tratta di un desiderio praticamente irrealizzabile considerata la sua condizione sociale, e fino a poco tempo prima inattuabile per qualsiasi esponente del gentil sesso: solo recentemente infatti, un apposito editto emanato dal re, ha sancito la possibilità per le donne di calcare le scene, opportunità riservata in precedenza ai soli uomini. Ma ciò che sembrava impossibile diviene ben presto realtà grazie all'intervento di Charles Hart, celeberrimo attore della King's Company, che diviene suo solerte sostenitore e mentore. Applicandosi con impegno e incrollabile determinazione Ellen si trasforma così, in breve tempo, in un'artista completa in grado di esprimersi non soltanto attraverso la recitazione, ma anche con il canto e la danza. Il suo talento eccezionale unito ad una volontà ferrea, le consentono di affermarsi come una delle più illustri attrici drammatiche dell'epoca. Le cronache riferiscono che alle rappresentazioni teatrali dell'attrice dovette assistere anche il re, e che Ellen, divenuta famosa con lo pseudonimo di Nelly Gwyn, calcò le scene del Theatre Royal per un quinquennio, dal 1665 al 1670. Il suo innato carisma e la sua avvenenza, ammaliano il sovrano d'Inghilterra Carlo II, di cui diviene amante e al quale darà due figli. Dopo aver abbandonate le scene, Nelly rimane accanto al monarca fino alla sua morte avvenuta nel 1685; lei cesserà di vivere due anni più tardi e sarà sepolta nella chiesa di St. Martin in the Fields. Idolo del popolo londinese sia per le sue doti di interprete che per la singolare generosità, Nelly usò spesso la sua influenza sul re, per migliorare le condizioni di vita dei suoi sudditi: a lei si deve la costruzione del Royal Hospital Chelsea, destinato ad ospitare gli ex soldati. Sullo sfondo del romanzo, che ci restituisce le atmosfere e gli intrighi della corte di Carlo II, oltre ad una meticolosa relazione sulla società e sulle condizioni di vita della popolazione londinese nella metà del Seicento, ritroviamo avvenimenti storici quali la guerra combattuta con l'Olanda, intrapresa in seguito alle ripercussioni derivanti dai severi provvedimenti varati per proteggere l'abnorme espansione commerciale dell'Inghilterra; la pestilenza dell'estate del 1665, che causò innumerevoli vittime e che determinò la chiusura di tutti i teatri e luoghi pubblici di intrattenimento; l'incendio di Londra del settembre del 1666 che distrusse gran parte della città. Nel testo infine sono riportate anche alcune antiche ricette, come quella dei macarons, deliziosi pasticcini a base di albume d'uovo.zucchero e mandorle di Malaga. Non mancano poi preziose indicazioni per approntare preparazioni medicamentose quali l'aqua epidemica, utilizzata durante la pestilenza, o per la realizzazione di un utile ricostituente per combattere la debilitazione. Per chi desidera affrancarsi dall'eccessiva presenza di efelidi, ecco pronti due singolari rimedi per le lentiggini; mentre per contrastare sgradevoli effluvi preparate e portate indosso sacchetti di lino profumati al limone e alla noce moscata; infine per attori e attrici, indispensabile la ricetta della cerussa veneziana, un preparato a base di polvere finissima di gesso bianco o cerussa che consente di ottenere una carnagione "adeguatamente pallida".
* In seguito alla promulgazione dell'editto puritano del 1642 erano stati chiusi tutti i teatri e vietata qualsiasi forma di intrattenimento. Con la restaurazione e l'ascesa al trono di Carlo II, nel 1660, l'attività teatrale riprese a pieno ritmo. La King's Company (Compagnia del re), fondata da Thomas Killigrew portava in scena le proprie rappresentazioni presso il Theatre Royal di Drury Lane, mentre la Duke's Company (Compagnia del Duca di York), costituita da William Davenant, teneva le recite presso il Lincoln's Inn Fields. Alle due compagnie, in particolare, era stata concessa apposita patente reale, per l'allestimento degli spettacoli.

Anno 1663
Martedì 6 agosto, «Will's Coffee House»,l'una del pomeriggio (caldo e sereno)
Il profumo delizioso delle torte di mele che cuocevano in forno e dei macarons caldi si spandeva dalle vaste cucine. Sono entrata nella famosa caffetteria con una certa trepidazione. E' una sorta di santuario riservato unicamente ad attori, scrittori, artisti e politici, però Meg mi ci ha mandato a portare un messaggio per Teddy ed ero decisa a consegnarlo. L'interno cupo, rivestito di pannelli di legno era austero, ma l'ambiente era conviviale, rumoroso, rilassato e affollato. La sala successiva sapeva di caffè, pane appena sfornato e gente. Tanta gente. Uomini e donne mollemente adagiati dappertutto, su qualsiasi cosa: sugli sbiaditi divani decorati a racemi e le chaise longue dalle pitture scrostate, sulle alte sedie con lo schienale a spalliera, sui sedili vicino alle finestre pieni di macchie e persino sulle nude assi dei tavoli a cavalletto.[...] Dappertutto c'era gente che mangiava, rideva, giocava a dadi, parlava, beveva e, in un angolo, ballava. Un uomo suonava il violino, ma il frastuono era tale che in pratica era impossibile sentirlo. Dei cani accucciati sul pavimento aspettavano qualche avanzo di cibo. Un gran caos, insomma. Come avrei fatto a trovare Teddy in mezzo a tutta quella confusione? Con un po' di fatica sono riuscita ad attirare l'attenzione della donna che stava al bancone, la quale mi ha indicato un tavolo d'angolo accanto a una finestra aperta. Theo stava bevendo una cioccolata calda, mentre Teddy si faceva vento con un copione per rinfrescarsi un po'. Il tavolo traboccava di pasticcini di frutta di stagione, biscotti glassati e vasetti di panna montata fresca. «Ellen!» ha esclamato Teddy, alzando lo sguardo e spostandosi sulla panca per farmi posto. Ha un modo tutto particolare di farmi sempre sentire benvenuta. «Oh, no», ho detto, «non posso fermarmi. Meg voleva solo che ti dicessi che lady Fenworth è venuta a cercarti a teatro.» [...] «Bisogna che vada», ha detto lui, alzandosi stancamente in piedi. «Mi ci vorrà mezz'ora per vestirmi, almeno. Grazie, Ellen, per essere venuta ad avvisarmi così in fretta. No, no, resta lì.» Mi ha fatto segno di tornare a sedermi. «Mangia qualcosa. Sembri affamata. Theo, a stasera.» Ciò detto, si è avviato a grandi passi verso la porta [...]

Anno 1665
1 giugno, Maiden Lane (caldissimo!)
[...] La peste si sta diffondendo in città. Ora tutti sono preoccupati. Le prove sono state cancellate. Terrorizzati, ce ne stiamo chiusi in casa.
[...] Post scriptum: Questa settimana nove morti di peste in città e otto nelle campagne circostanti. Tocco ferro per scongiurare la malattia. Rose e io stiamo preparando delle scorte di aqua epidemica.

(I brani riportati in corsivo sono tratti da Priya Parmar, Memorie di una cortigiana, Milano, Sperling & Kupfer, 2011)

 


Le ricette

Lady's Household Companion
Guida completa per la casa della donna inglese

MACARONS

Mondate una libbra di mandorle di Malaga e pestatele fino a ottenere una polvere finissima.
Aggiungete mezza libbra di zucchero macinato fine e bagnate con acqua di rose.
Unite gli albumi sbattuti di due uova fresche e cuocete in forno finché l'impasto non sarà di una consistenza friabile e croccante.
Per chi volesse cimentarsi nella preparazione dei macarons, riportiamo la ricetta in versione moderna:

INGREDIENTI: 220 g di zucchero a velo; 125 g di farina di mandorle; 90 g di albumi (3 uova) a temperatura ambiente (gli albumi devono essere conservati per 2-3 giorni in frigo prima di essere utilizzati); 30 g di zucchero semolato; qualche goccia di limone; un pizzico di sale.

PROCEDIMENTO: Passate nel mixer la farina di mandorle e lo zucchero a velo, quindi setacciateli; montate a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale e qualche goccia di limone, poi aggiungete lo zucchero semolato continuando a mescolare. Agli albumi unite infine gradualmente il composto di mandorle e zucchero a velo precedentemente approntato. Con l'apposita tasca da pasticciere formate delle gocce di dimensioni contenute (circa 3 cm) su di una teglia rivestita di carta da forno. Lasciate riposare per almeno un'ora. Cuocete in forno caldo per 13 minuti, alla temperatura di 155°. Dopo averli sfornati, rimuovete i macarons dalla teglia, ponendoli su di una superficie fredda e lasciate riposare per circa un'ora.

 

AQUA EPIDEMICA

Riempite un pentolone di vino bianco. Aggiungete una libbra di ruta, rosmarino, acetosella, salvia, celidonia, artemisia, bacche rosse, anagallide, bocche di leone selvatiche, acrimonia, melissa e angelica. Lasciate in infusione per quattro giorni.