RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Biblioteca di Trimalcione

Sotto un cielo leonardesco memorie screziate di Rossovermiglio

“Un vino pieno e di corpo, da far invecchiare in botti di rovere”, vermiglio, “com’è il colore della luna certe sere d’estate”…

È Torino il punto di partenza della poliedrica ed a tratti enigmatica storia privata di una nobildonna piemontese degli inizi del Novecento. La città, che era divenuta capitale del nuovo regno d'Italia nel 1861, per poi perdere tale funzione già nel 1865, viene immortalata agli albori del XX secolo nel suo frenetico ed inarrestabile clima di trasformazione dovuto allo sviluppo dell'industria e all'affermarsi di un forte movimento operaio. Tutto cambia: grandi rivolgimenti sociali ed economici attraversano il paese, ma la vita della protagonista del romanzo, trascorre tuttavia senza troppi scossoni, sprofondata in un rigido ed intoccabile protocollo che le impone un opprimente osservanza delle convenzioni sociali. L'appartenenza ad una famiglia benestante dell'aristocrazia torinese le riserva infatti numerosi privilegi ma al tempo stesso la imprigiona in un'esistenza legata a stili e valori di matrice ottocentesca, ormai del tutto anacronistici. Una storia femminile, quella narrata dalla Cibrario, che diviene nel suo fluire, storia collettiva di una generazione, ripercorrendo a ritroso quasi un secolo di storia italiana. Dalla opulenta magione torinese, traboccante di mobili e dipinti, testimonianza tangibile degli antichi fasti di famiglia, alla campagna toscana, il racconto si sviluppa attraverso diversi piani temporali, in un altalenante avvicendarsi di episodi del passato e avvenimenti legati al tempo presente. Ormai ottantenne, la contessa Villaforesta ricorda con ostentata e minuziosa precisione, la sera piovosa in cui il suo mondo dorato si sgretolò, spazzato via da un vento impetuoso destinato a mutare il corso della sua vita: ha da poco compiuto diciannove anni e il padre le impone un matrimonio combinato con un uomo che lei conosce appena. Non è difficile immaginarla nel giorno delle nozze, ritratta in una foto color seppia, bellissima e malinconica nel suo vestito bianco cucito dalle Sorelle Gambino, con un filo di perle e le scarpe di vitello bianco col cinturino ed il tacco a rocchetto: siamo a Torino nell'ottobre del 1928 ed il suo destino trova compimento. Il connubio naturalmente è destinato ad un inesorabile fallimento. Dopo anni dominati dall'infelicità e dal rimpianto, la donna, sfidando la rigida morale dell'epoca, riesce tuttavia a spezzare le catene di un legame ormai logorato dall'indifferenza e, abbandonato il tetto coniugale, si rifugia da sola in una tenuta lasciatale in eredità dal fratello, nelle campagne senesi, conosciuta come "La Bandita". Il possedimento, ormai da diversi anni in stato di abbandono, comprende oltre alla casa padronale "con la torre smozzicata" ed il giardino, un oliveto e diversi ettari di terreno vitato. Nella quiete della campagna toscana, la protagonista riscopre così un nuovo rapporto con la terra e in più generale con la natura, catturata da suggestioni cromatiche di straordinario impatto emozionale come le immense distese verdi dei vigneti, ammantati in autunno di uno stupefacente rosso cremisi, le vallate e i boschi di lecci, i dolci pendii collinari ricoperti di olivi ed ornati da cipressi, le cittadine e i piccoli borghi arroccati. Decide quindi di riportare l'intera proprietà agli antichi splendori, ripristinando la produzione di olio e soprattutto di creare un vino di qualità superiore. L'attuazione del progetto si interrompe con lo scoppio della seconda guerra mondiale, quando la regione subisce pesanti bombardamenti con gravi danni a molti centri abitati e al territorio; la guerra civile esplode nell'accanita lotta tra partigiani e fascisti mentre i tedeschi, in risposta al movimento di resistenza, seminano ovunque morte e distruzione con azioni di rappresaglia nei confronti dei civili. Nel 1945, a guerra ormai finita, a San Biagio incontrerà nuovamente un uomo conosciuto anni addietro, Trott, da lei profondamente amato senza essere veramente corrisposta. Ormai è solo e privo di mezzi. Con lui, che nel frattempo ha deciso di trasferirsi alla Bandita, comincia la straordinaria avventura di un vino che ha ottenuto premi e riconoscimenti in tutta Europa e persino negli Stati Uniti: il Rossovermiglio, a cui si è aggiunta, in un secondo tempo, anche la produzione di un altro rosso di carattere come il Lunediante. Da Trott, la donna apprende tutti i segreti e le tecniche della viticoltura: la scelta fondamentale dell'esposizione del terreno, delle forme di allevamento, dei portainnesti, dei cloni impiantati. Da lui, che le trasmette la passione per il vino, scopre con avida curiosità le origini e le caratteristiche ampelografiche dei vitigni diffusi nella zona, come il Sangiovese, uno fra i più antichi, il cui nome vuol dire "sangue di Giove", il Trebbiano, la Malvasia, la Vernaccia di San Gimignano, prodotta sin dal Medioevo... Ma dopo breve tempo, durante i concitati giorni del referendum per la scelta tra monarchia e repubblica, improvvisamente e senza alcuna motivazione, l'uomo si allontana facendo perdere le proprie tracce. Per lei è l'inizio di un cammino scandito dalla solitudine e dall'amarezza per un amore senza speranza, ma i dolorosi interrogativi di un'intera esistenza troveranno infine risposta in una vecchia lettera ritrovata casualmente fra le pagine di un libro. "Rossovermiglio", opera prima della scrittrice Benedetta Cibrario, è una storia di passioni, ammaliante ed intensa, con un finale memorabile; con il testo, l'autrice si è aggiudicata il Premio Campiello Letteratura 2008.

Nel romanzo, alcune pagine sono dedicate alla descrizione dei preparativi per il pranzo organizzato dalla contessa, allo scopo di rintracciare uno sparuto gruppo di amici che avevano trascorso un fine settimana alla Bandita cinquant'anni prima... Ne riportiamo uno stralcio che contiene, tra l'altro, un'appetitosa ricetta di cucina ...

[...] Continuo a raccontare a Ricorsi tutto quello che vorrei fare, che andrò in banca a prendere l'argenteria, e poi biso­gnerà lavare piatti e bicchieri, perché quei servizi non li ado­pero più da tanti di quegli anni, e stirare le tovaglie di fian­dra, ne ho ancora di bellissime, fiandra di lino s'intende, a tra­ma fitta, e parlo di tovaglie che vanno inamidate per bene, ri­gide quasi quanto la carta, e tutti quei tovaglioli, se li ricorda lei, quei tovaglioli grandi, anche ottanta centimetri di lato?, se non erano grandi non erano eleganti, s'immagini un po', quante cose ho conservato... E intanto che racconto, lenta­mente la testa di Ricorsi s'affloscia su una spalla. Dopo un po' sguscio fuori dalla stanza. L'ho addormentato, con i miei racconti. Di ritorno a casa ho scritto a Nina, chiedendole non solo di rintracciarmi Carlino, Iris e Trott, ma anche di inoltrare a ciascuno un biglietto d'invito - non un vero invito tutto svo­lazzi, ma un mio biglietto da visita, dove ho scritto a mano due righe; mi pare più cortese che sia io a invitarli diretta­mente. E un'accortezza in più, per invogliarli a venire; ver­ranno? Davvero verranno? Tutti? Anche lui?

La ricetta
Pere ripiene al forno (o, come avrebbe detto la mamma, "Poires farcies à la crème fraîche)
Lavare le pere Conference. Svuotarle accuratamente, aiu­tandosi con un cucchiaio da minestra. Cospargerle internamente di zucchero e bagnarle con qualche goccia di limone. In una ter­rina mescolare 1 etto di ricotta freschissima con le nocciole tri­tate, 1 dl di panna o, se possibile, di crème fraîche e 6 cucchiai da minestra di miele di acacia (il miele di castagno è troppo scu­ro e amarognolo). Riempire le pere con il composto e sistemar­le in una teglia con due dita d'acqua. Cuocere per 30 minuti nel forno preriscaldato.

Ecco, per i miei ospiti sto mettendo insieme un menu sem­plice. Senza code di rondine o lingue di pappagallo, come sin­tetizza la Santa. Organizzare un pranzo: l'ho fatto tante volte, quand'ero ancora sposata con Francesco, e tante volte l'ho visto fare a mia madre [...].

(da Benedetta Cibrario, Rossovermiglio, Milano, Feltrinelli, 2007)