Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Lattuada e i Castelli Romani: I dolci inganni (1960)

«Via dei Laghi, il lago di Nemi e la bellissima Villa Sara-Gabrielli di Marino sono lo scenario della giornata speciale della protagonista»

Tra i titoli più censurati dell'epoca, il film di Lattuada racconta la giornata speciale della bella diciassettenne Francesca (Catherine Spaak): dal risveglio mattutino, dopo un sogno erotico con l'amico di famiglia Enrico (Christian Marquand), architetto di vent'anni più grande di lei, al ritorno a casa a tarda sera, dopo la "prima volta" con l'uomo di cui si crede innamorata.
Il tema dell'adolescente che diventa donna è una delle colonne del cinema di Lattuada: Guendalina (1957), Le farò da padre (1974), Cosi come sei (1978). Lattuada segue gli incontri e gli spostamenti di Francesca, tappe di un percorso interiore fatto di desideri, fantasie, inquietudini, scrutandone ogni minimo segno e dettaglio rivelatore, ogni cambiamento di umore, con uno sguardo curioso, indagatore, ma sempre affettuoso e sensibile.
Subito dopo l'uscita, il film venne sequestrato per «grave offesa al comune sentimento del pudore» e riammesso in circolazione, decurtato di quasi undici minuti (in particolare, sotto le forbici dei censori finì la sequenza iniziale). Quasi tre anni dopo, invece, la pellicola riemerse nella sua versione originale. Il film fece scandalo all'epoca però, più che per la sensuale sequenza d'apertura, per l'atteggiamento della protagonista che vive i suoi primi desideri sessuali e la "prima volta" senza scrupoli o pregiudizi morali, ma come una normale e positiva esperienza di vita.
Nel film ci sono diverse scene girate ai Castelli Romani e Marino e Frascati sono citate più volte: Eddy, il fratello di Francesca, invita la sorella ad andare con i suoi amici a Frascati dove «c'è un nuovo bar che ha dei dischi formidabili». Vediamo la loro automobile sfrecciare insieme a quelle dei loro amici lungo via dei Laghi. Mentre le macchine degli altri proseguono, Francesca chiede al fratello di svoltare al bivio dell'odierno tenuta Iacchelli con la scusa di una scorciatoia, che in realtà non porta da nessuna parte. Li ritroviamo infatti sulle rive del lago di Nemi (riconosciamo sullo sfondo Genzano e il suo cimitero e Nemi). Dopo un lunga conversazione, Francesca convince Eddy a fare una deviazione per Marino. Desidera infatti rivedere Enrico che proprio a Marino sta ristrutturando un'antica villa. Si tratta della settecentesca Villa Sara-Gabrielli, all'epoca piuttosto fatiscente, che in quegli anni Carlo Ponti, il produttore del film, aveva acquistato per farne il nido d'amore con Sophia Loren.
Enrico accoglie i due ospiti e li porta a fare un giro negli ambienti della villa, impreziositi da bellissimi affreschi settecenteschi: la sala da pranzo, la sala dei bambini, la sala dei giardini. Nelle camere da letto del piano di sopra è girata la scena madre del film: la "prima volta" di Francesca.
Nel film compare anche piazza Matteotti di Marino: Enrico e Francesca vanno in paese a fare provviste per la cena e si fermano proprio alla salsamenteria sotto la torre dei Frangipane, dove si dichiarono il loro amore. Comprano pane, prosciutto e formaggio, salamini alla cacciatora, sottaceti e un fiasco di vino per le grandi occasioni. Rivolgendosi a Francesca, Enrico decanta il vino castellano: «c'è un vino speciale da queste parti, un vino delizioso, sentimentale e spensierato, insomma quello che ci vuole per celebrare una ricorrenza come questa».
Il film di Lattuada, che di fatto anticipa per alcune tematiche il capolavoro di Kubrick Lolita (1962), fu il trampolino di lancio dell'allora quindicenne Catherine Spaak, che sarebbe diventata in quegli anni l'icona dell'adolescente borghese inquieta: si pensi anche a La voglia matta (1962) di Salce o a La noia (1963) di Damiani e a La parmigiana (1963) di Pietrangeli.
Una curiosità: tra le compagne di scuola di Francesca compare un'irriconoscibile Donatella Raffai, prima conduttrice del programma televisivo Chi l'ha visto?

Ringrazio Maria Grazia Dal Bianco, Marta Di Flumeri, Marina Funghi e Alfredo Iacoangeli per la loro preziosa collaborazione e disponibilità.

 



Il complesso architettonico di Villa Sara-Gabrielli sorge alle porte di Roma, sulla via dei Laghi. Già tenuta agricola, diventò una vera e propria villa alla metà del '700, quando venne rilevata da Angelo Gabrielli, Principe di Prossedi. A questo periodo risale il ciclo di affreschi comprendenti, tra gli altri, ritratti familiari, scene di caccia e giochi di bambini, che ne decora gli interni e che rappresenta uno dei più importanti lavori di decorazione settecentesca dei Castelli Romani. All'inizio del '900 la villa divenne di proprietà della famiglia Capri e alla fine degli anni '50 fu acquistata da Carlo Ponti che la trasformò in una residenza principesca («la casa più bella del mondo» la definì Sophia Loren, compagna del produttore), ampliandone anche il bellissimo parco ottocentesco. Negli anni '60 e '70 la villa visse i suoi anni più gloriosi, diventando un punto di ritrovo del jet set internazionale: vi soggiornarono star come Richard Burton e Liz Taylor, Gregory Peck e Marlon Brando.
Alla fine degli anni '70, per via dei guai giudiziari e fiscali di Ponti e della Loren, l'edificio fu sequestrato dallo stato italiano e molti degli arredi e dei preziosi dipinti della pinacoteca furono messi all'asta per pagare il fisco. Dopo un lungo periodo di abbandono e declino, qualche anno fa la villa fu acquistata dagli Angelucci, potenti imprenditori della carta stampata e della sanità laziale. L'intenzione sembra quella di trasformare l'edificio, protetto da vincoli ambientali e architettonici, in clinica privata, ma nel gennaio del 2007 la procura di Velletri pone sotto sequestro il cantiere, riscontrando notevoli abusi edilizi. Al momento Villa Sara-Gabrielli è lontano dal rivivere gli antichi fasti.

Per la rubrica Cinema - Numero 100 aprile 2011