Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Beni culturali

Colle Pardo...una storia che ci appartiene

Colle Pardo è la collina verde tra le più caratteristiche dei Castelli Romani, che si eleva sopra il santuario della Madonna di Galloro, tra Ariccia, Genzano e l'Appia Antica.

Meta di escursioni nel bosco, di picnic e di visite al belvedere, il cui panorama spazia in modo spettacolare su un orizzonte senza limiti: da Monte Cavo verso il mare, attraverso i territori di Nemi, Genzano, Lanuvio, Ariccia, Albano, dalla foce del Tevere al Circeo.

Questo luogo incantevole potrebbe andare perduto: Colle Pardo infatti è sottoposto ad asta pubblica fallimentare presso il tribunale di Bari, con grave danno per le abitudini dei Genzanesi e degli Ariccini, per le loro tradizioni, per le memorie che si sono stratificate su questo sito.

Fino a pochi anni fa, sulla vetta si ammirava un vecchio rudere; ora è un ammasso di pietre e calce, quasi nascosto sotto la vegetazione selvaggia dei rovi. Era la casina Carafa - Iacobini, costruita come luogo di svago verso la metà dell'800, quasi contemporanea del ponte monumentale, inaugurato da Pio IX.

In seguito il manufatto fu denominato la Casina dei Cacciatori, per la sua posizione strategica tra le vallate e i monti. La sommità del Colle si collega visivamente verso Est con la struttura architettonica dei Salesiani e del Palazzo Sforza Cesarini; alla base del lato Ovest si spalanca Vallericcia, famosa, non solo per il terreno fertile di ortaggi, ma come area archeologica da riscoprire. Alzando poi lo sguardo sempre nella direzione Ovest si ammira Ariccia, Palazzo Chigi e, in lontananza, Roma. Tra i suoi marmi splendenti si indovina la Cupola di S.Pietro.

Colle Pardo è detto anche la collina degli addii, a ricordo dei legionari romani, che, in marcia verso il Sud e l'Oriente, avevano sulla sommità del Colle l'ultimo punto di avvistamento di Roma, da cui mandavano l'ultimo saluto alla Città ed agli affetti familiari.

Manteniamo integre queste memorie. Facciamo sì che Colle Pardo venga acquisito al Patrimonio Pubblico. Potremo scoprire molti altri segreti antichi nascosti lungo il declivio del Colle. Tutelando il verde contro le insidie di mire speculative, potremo immaginare Colle Pardo un parco aperto al pubblico con molte funzioni.

Ma questo è il capitolo di una nuova storia che potrà diventare realtà con l'aiuto dei cittadini.

" Ero solito andare a correre su Colle Pardo. Spesse volte sono ritornato poi con le figlie a respirare l'aria pura della verde collina, alta sul santuario della Madonna di Galloro all'entrata di Genzano. Si ascoltava estasiati la sinfonia del vento coi pini giganti.

Poter spaziare con gli occhi nel giro dell'orizzonte circolare, che dalla vetta di monte Cavo, un tempo sacro al dio Giove, degrada dolcemente sui borghi dei Castelli verso il mare, era una gioia indicibile.

Colle Pardo coi Castelli Romani è un palcoscenico di spettacoli straordinari. Chiunque sosta su questa vetta è preso da una sensazione di spazio - tempo e attende che la Natura stia per offrire una rivelazione estrema. I territori che si adagiano sotto il Colle da Vallericcia alle coste del Tirreno che vanno dalla foce del Tevere fino al Circeo sono un teatro di storie e di leggende. Qui si sono svolti gli eventi che hanno fatto grandi i popoli Latini e poi Roma.
Su questo poggio i legionari romani in marcia verso le province del Sud e dell'Oriente, orgogliosi, levando in alto l'Aquila, volgevano lo sguardo indietro e salutavano Roma.

Manteniamo integra questa memoria; tuteliamola contro le insidie di mire speculative, che concepiscono il territorio oggetto di profitto e non il luogo dove vivere in armonia." D.G.

Per la rubrica Beni culturali - Numero 95 ottobre 2010