Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

Polvere di antichi marmi e nuovi materiali

Un incontro con Alessandro Bedetti

Abbiamo, su queste pagine, in passati numeri, riflettuto su aspetti cruciali per l'arte ed in particolare per l'arte contemporanea. La "questione" degli spazi dove gli artisti possano esprimersi, proporre, confrontarsi ed anche dissentire o contestare continua ad avere una importanza fondamentale.
Ci siamo, nella riflessione fatta, riferiti anche a spazi non propriamente dedicati, ovvero a quegli interstizi che vengono a crearsi per un non uso o per un uso improprio. Questi possono diventare punti di tangenza tra l'opera che l'artista propone e una possibile nuova forma di fruizione. Quindi spazi anche mentali, atipici, non pertinenti, e a volte "non idonei".
Vogliamo ora invece proseguire con la verifica del funzionamento e della efficacia degli spazi più consueti, tradizionali, dedicati, come gallerie e musei.
Iniziamo dal Museo Archeologico "Umberto Mastroianni" di Marino proprio per il fatto di essere uno spazio "intermedio". Già il personaggio cui è dedicato, un artista moderno scomparso nel 1998 e che ha vissuto e lavorato molti anni a Marino, introduce la particolare vocazione di questo museo quella di coniugare insieme archeologia e arte contemporanea.
Incontro Alessandro Bedetti Archeologo e Direttore del Museo, sensibile e attento anche alle forme della cultura artistica contemporanea.

FP - Come è nata l'idea di dare spazio all'arte contemporanea in un museo archeologico?

AB - Archeologia e arte contemporanea! L'idea è nata praticamente insieme alla costituzione del museo, inizialmente esso era dotato solamente di una quindicina di pezzi derivati dall'antica Collezione Colonna e si rischiava di realizzare un duplicato di uno dei tanti musei archeologici locali, praticamente senza visitatori, con reperti poco attraenti e polverosi.

FP - Era necessario quindi trovare soluzioni nuove per collegare un organismo tanto particolare come un museo archeologico al proprio territorio, cercando di mitigare la invadenza di Roma troppo vicina.

AB - Iniziavano ad arrivare molte richieste di utilizzo dello spazio da artisti per lo più giovani, era evidente la totale assenza di luoghi per il contemporaneo e dare risposte concrete a queste richieste è sembrata allora la cosa più naturale da farsi.

FP - Potrebbe sembrare una scelta esclusivamente di necessità, ma a ben riflettere si percepisce anche la volontà di dare nuova vita a questi "poveri" brandelli della storia antica.

AB - Certamente, l'obiettivo principale è stato quello di valorizzare il territorio partendo dalle proprie radici, dalla memoria antica che rimane l'obiettivo principale, il motivo d'essere del nostro museo, senza tralasciare gli aspetti della contemporaneità: dall'arte alla musica al teatro e a tutta la produzione culturale.
Questo per dare impulso alla conoscenza, avvicinare le persone allo spazio museale e realizzare un concreto aumento dei visitatori, incrementare la platea dei fruitori.

FP - Risulta evidente quindi la volontà di realizzare un rapporto, con i fruitori del museo, didattico e formativo instaurando, oltre alle normali modalità come le visite guidate, le didascalie ben concepite, ecc. una continua osmosi tra la storia e la contemporaneità.
Si potrebbe pensare ad una programmazione degli eventi finalizzata a questi scopi.

AB - Non si è voluta una programmazione rigida, abbiamo tantissime richieste di utilizzo dello spazio, il territorio ha grandi difficoltà a dare risposte ai bisogni degli artisti, quindi preferiamo in qualche modo, salvo alcune iniziative programmate con qualche anticipo, valutare le proposte che ci pervengono dall'esterno.
Ci sarà comunque, dopo la prossima mostra del pittore Salvatore Provino, un periodo di interruzione delle attività espositive. Il museo finalmente si ristruttura con nuovi supporti per i marmi, vetrine per le opere di dimensioni contenute e soprattutto nuovi reperti da esporre alcuni dei quali ritrovati ultimamente durante lavori di scavo.
Queste integrazioni e una migliore esposizione di quanto già visibile ci permetterà di realizzare un allestimento che dia meglio conto della storia degli insediamenti umani sul territorio e rafforzare l'identità dei Marinesi.

FP - Dopo la ristrutturazione?

AB - Continueremo con la mostre d'arte contemporanea per non sottrarre ulteriori spazi per l'arte al nostro territorio. Punteremo però ad una loro riduzione in favore di una maggiore qualità delle proposte visto anche l'accrescimento di "valore" che si avrà con i nuovi reperti archeologici che esporremo.

FP - Un nuovo e necessario equilibrio tra l'antico e la contemporaneità che fa pensare possa esserci un progetto ben strutturato per realizzare un dialogo costruttivo tra i reperti che la storia ci ha tramandato e quanto oggi i nostri artisti stanno sperimentando.

AB - Sicuramente sì, ma realizzando una programmazione flessibile, che permetta di accogliere proposte esterne di mostre di qualità, che possano contribuire ad una ulteriore qualificazione del nostro spazio e portarlo all'attenzione di un pubblico sempre più vasto.
L'aumento di visitatori, spesso esterni al territorio, porta ad un incremento consistente di valore economico che si distribuisce per tutta la città e non solo per la biglietteria del museo. Inoltre spesso il visitatore attento scopre il nostro borgo e ritorna magari accompagnando altre persone che faranno probabilmente in seguito altrettanto.

Saluto Alessandro Bedetti e mi avvio al parcheggio per riprendere l'automobile; mi scopro a riflettere sulla distanza che si percepisce esserci tra la gente che prosegue con i ritmi sostenuti di sempre e le speranze di adesione a ritmi sicuramente molto più lenti che il museo appena lasciato propone ai suoi visitatori.
Certo la crescita sempre più accelerata della produzione e il conseguente "consumo" sempre più frenetico di merci ha prodotto gravi squilibri. Questa frenesia sembra ci stia portando alla distruzione. L'arte potrà inceppare questo meccanismo ed aiutare a salvare il mondo?
Occorre un ripensamento sul nostro modo di essere e gli strumenti per realizzare ciò forse possiamo chiederli alla creatività che è in tutti noi.
Proviamo periodicamente ad immergerci in luoghi di decelerazione come i musei; meglio se in uno spazio che "intriga" come quello appena visitato.

Per la rubrica Arte - Numero 88 febbraio 2010