RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Primo piano

Passioni dissennate

La gestione delle biblioteche nel Territorio

Alcuni mesi fa abbiamo dedicato uno spazio del nostro giornale ad una breve nota sulle funzioni formative anche extralibrarie che svolgono le biblioteche di ente locale (vedi n. 48-dicembre 2005), dando per scontato che fosse chiaro, da un punto di vista generale, ma anche biblioteconomico, cos’è una biblioteca, in particolare una “nostra” biblioteca (dei Castelli Romani). Pensavamo che oltre 15 anni di collaborazione tra Comuni (prima 6 o 7, oggi 16! …ci sarà pure qualche buon motivo) per la gestione dei servizi bibliotecari parlassero da sé; che fosse palese agli occhi di tutti cosa significhi gestire degli spazi in cui si trovano e/o circolano migliaia di libri; come si siano incrementate, nel tempo, le raccolte dei documenti; siano aumentati e migliorati i servizi, e come, attraverso la diffusione delle risorse elettroniche, si presentino giorno per giorno nuove problematiche, nuove responsabilità, nuove prospettive di sviluppo.
Tuttavia, alcuni articoli apparsi di recente su diverse pubblicazioni locali, ci inducono a pensare che l’ovvietà non sempre è sinonimo di evidenza.
Per saperne di più, in maniera teorica e più approfondita, di biblioteche, sistemi, consorzi, biblioteconomia, catalogazione, reference, soggettari, thesauri o metaopac, suggeriamo allora la lettura (giusto per non smentirci) di alcuni testi che riportiamo nel box accanto.
Per averne solo un accenno, invece, e da un punto di vista pratico, prendiamo spunto dalle contestazioni avanzate dall’Associazione Impegno Civico di Montecompatri sulla “dissennata decisione” della propria Amministrazione Comunale di rinnovare la convenzione con il Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani per la gestione di una Biblioteca comunale con pochissimi libri (200 circa ???), sperando così, da una parte, di rimediare alla carenza da parte nostra nel rendere edotta la popolazione sulla nostra attività di bibliotecari e relativa gestione dei libri, e dall’altra di precisare alcune questioni riguardanti i servizi offerti dal Consorzio. Rispetto al primo punto, forse gioverebbe sapere che dietro (in senso figurato e non solo, data la scarsa visibilità delle operazioni) ogni libro presente, e non, in una biblioteca, esistono una serie di competenze e professionalità che oltre a possedere una non proprio scarsa preparazione specifica, si arricchiscono giorno per giorno di studi e aggiornamenti continui che riguardano la conoscenza del mondo dell’informazione, la sua produzione editoriale, la gestione propria delle acquisizioni, lo studio delle raccolte e l’acquisto ragionato e coordinato, la catalogazione (su questo punto torneremo successivamente) e lo smistamento, fino all’ordinamento negli scaffali.
Davanti al libro, invece, nelle nostre avanzate biblioteche c’è la gestione elettronica, di cui la digitazione di un titolo o un autore su una tastiera del PC rappresenta solo un momento di un altro processo, non meno ampio e complesso del primo, che presume la conoscenza non solo dello strumento e delle sue potenzialità, ma soprattutto delle modalità attraverso le quali possono essere soddisfatte le esigenze più semplici, sì, ma anche le più complesse.
Compilare bibliografie ragionate, realizzare ricerche personalizzate, consultare i cataloghi nazionali, addentrarsi nell’esame bibliografico di un documento, trovare “quel” libro e non un altro, sono attività che richiedono competenze che si acquisiscono con anni di formazione, di studio e, perché no, di passione e amore per i libri.
Nutriamo il massimo rispetto per i giovani impegnati nel servizio civile nazionale, che Impegno Civico suggerisce come personale sostitutivo a costi zero: data l’età di alcuni/ e di noi, potrebbero esserci figli, ma non esitiamo ad affermare che difficilmente i nostri servizi possono essere gestibili da questi stessi se non come aiuto, perché la loro attività è passeggera, estemporanea, frammentaria, raramente motivata. Il bibliotecario di professione, invece, è un “improvvisatore” solo in quanto riesce con la propria fantasia e curiosità intellettuale a soddisfare le richieste più astruse, a saper rintracciare il più ignoto degli autori nella più sperduta delle biblioteche, a saper indirizzare i propri utenti nella giungla delle pubblicazioni o delle informazioni disponibili in rete, a intuire bisogni informativi nuovi o inespressi, a trovare il libro giusto per ogni utente, a sperimentare nuove strade di ricerca, a resistere alle tentazioni di accontentarsi di informazioni rapide e superficiali (!!!).
Per quanto riguarda il secondo punto, forse basteranno poche cifre arrotondate: 265.000 euro in sei anni, reclamati da Impegno Civico solo per i libri, corrispondono a 16.500 testi (attualmente il costo medio di un libro è di 16 euro), che in genere si riesce ad acquistare in 10-12 anni, dato che le biblioteche arricchiscono le proprie raccolte sulla base di una cifra standard (2,56 euro) per abitante. E poi? Affinché i libri non costituiscano solo un bell’oggetto di arredamento ma abbiano una certa utilità, devono poter circolare, essere prestati. A tal fine si presume un’operazione fondamentale, senza la quale sarebbe impossibile rintracciarli: la catalogazione. Per catalogare un libro occorrono in media, ad opera di personale specializzato, circa 15-20 minuti: nel nostro sistema, 3 catalogatori a tempo pieno, in un anno, ne catalogano approssimativamente 15.000. Fuori dal circuito del Consorzio, detta operazione costa circa 10 euro a record. Moltiplicato per 16.500, totalizziamo 430.000 euro (265.000 di acquisto+165.000 di catalogazione). Solo per i libri. E il resto? Gli arredi, le attrezzature multimediali, l’assistenza tecnica, e tutto ciò che di nuovo si presenta e si acquista giorno per giorno per essere al passo coi tempi della tecnologia?
Ricordiamo che la Biblioteca Comunale di Montecompatri è stata inattiva per molti anni perché non c’è stato più personale idoneo (torniamo quindi al discorso precedente) per gestirla. E allora aveva solo 500 libri. Oggi, a distanza di tre anni dall’ingresso nel Consorzio SBCR, ne possiede fisicamente 3.440, ma virtualmente 250.000. A pagamento? Sì, un “pagamento” di 5 (cinque) euro l’anno che abilita, oltre al prestito interbibliotecario di documenti cartacei, a quello di materiale multimediale (film in DVD, CD musicali, CD-rom,VHS, audiocassette), all’utilizzo del PC per internet o videoscrittura, al prestito nazionale, all’ascolto o alla visione in sede di supporti informatici, e altro ancora, e che è adottato in TUTTE le biblioteche dei Castelli, ognuna delle quali ha un suo patrimonio disponibile per tutte le altre. Ben vengano allora le “decisioni dissennate”, se queste servono a far rientrare in un Sistema che oggi ha un certo rilievo anche a livello nazionale le biblioteche di piccole dimensioni, o quelle che hanno spazi così ridotti da non poter ospitare nemmeno 100 libri, ma possono contare su una volontà di cooperazione che a una quantità che rischia di essere inutilizzata privilegia la qualità che circola. Per ogni ulteriore chiarimento, il personale del Consorzio SBCR è a completa disposizione.
Per la rubrica Primo piano - Numero 52 maggio 2006