Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Eventi

Intervista all'autore FRANCO PORTELLI

Copertina del libro

Secondo te, perchè è stato scelto questo libro per aprire la Settimana della Cultura ai Castelli Romani?
La Settimana della Cultura è indetta, su scala nazionale, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con un duplice scopo: spingere i cittadini ad avvicinare i "luoghi" della cultura (musei, biblioteche, gallerie, ecc.) ma anche spingere i "luoghi" della cultura ad avvicinare i cittadini. Finora nei Castelli Romani la Settimana della Cultura è stata gestita un po' sottotono ma quest'anno la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata ha deciso di invertire la rotta. La Biblioteca è un gioiello preziosissimo per i manoscritti, i codici, i volumi e i documenti che custodisce, importantissimi soprattutto (ma non solo) per la conoscenza della storia e della spiritualità greco-bizantina in Italia. Purtroppo questo gioiello è molto noto e molto frequentato dagli studiosi di tutto il mondo ma non è noto e frequentato dal cittadino comune quanto meriterebbe. Il mio libro fotografico sulla Abbazia di San Nilo si propone anzitutto una finalità divulgativa, si rivolge al grande pubblico, e quindi è stato ritenuto dalla Biblioteca Statale di San Nilo uno strumento idoneo e coerente con la strategia di maggiore proiezione all'esterno che in questo momento la Biblioteca persegue.

Che cosa ti ha spinto a scegliere S.Nilo come soggetto per il tuo libro?
Fin dal primo incontro con l'Abbazia, ne ho sentito e subìto il fascino millenario... Posso dire di essermene innamorato a prima vista: l'Abbazia di San Nilo è un tale concentrato di religiosità e di spiritualità, di vita e di storia, di arte e di bellezza, di genio e di umanità "corrente", che ha lasciato in me un segno sempre più profondo man mano che ne ho approfondito il contatto e la conoscenza. A un certo punto ho sentito che era importante fare qualcosa che la facesse conoscere anche ad un pubblico più largo, oltre la ristretta cerchia degli studiosi. Per riuscire nel mio obiettivo ho avuto degli alleati decisivi: l'Archimandrita P. Emiliano, che mi ha permesso di effettuare le riprese e mi ha incoraggiato con grande affetto, e il dott. De Righi, Presidente della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini, che ha immediatamente apprezzato l'iniziativa e l'ha sostenuta concretamente finanziando la pubblicazione del libro e confermando anche in questa occasione la sua particolare sensibilità per i temi della salvaguardia e della promozione dei beni culturali del nostro territorio. Sono molto, molto grato ad ambedue, tanto più che per loro, quando questa bella avventura è cominciata, ero praticamente uno sconosciuto...

Perchè hai scelto il linguaggio fotografico per "parlare" dell'Abbazia?
ho voluto "rappresentare" e non "descrivere" il complesso monumentale dell'Abbazia di San Nilo, accompagnando il lettore in una sorta di visita virtuale con l'obiettivo di provocare in lui il desiderio di fare il passo successivo: una visita reale... Inoltre, come disse il grande fotografo americano Robert Capa, una bella immagine racconta più di cento parole! La fotografia è un potente strumento e insieme un potente linguaggio di comunicazione, immediatamente fruibile e completo perchè consente una percezione diretta e totale della realtà rappresentata.. Del resto, è una vita che coltivo questa grande passione (l'altra mia grande passione è la musica): è il mio modo di "relazionarmi" e di "vedere" le cose del mondo che mi interessano e di conservarne il ricordo... Sicuramente è il modo di comunicare che mi è più congeniale e spero di averne fatto buon uso.

A chi è destinato il libro?
Il libro è destinato a chi non potendo recarsi sul posto vuole comunque conoscere l'Abbazia e i suoi tesori, ma anche a chi, avendola visitata, vuole tornare... a riviverla!

Tu non sei nato ai Castelli, ma da quello che ci racconti sembri viverli con passione...
Sì, l'intero territorio dei Castelli Romani dovrebbe essere dichiarato Patrimonio dell'Umanità non solo per la ricchezza e l'importanza dei suoi numerosi e meravigliosi siti di interesse archeologico, storico e artistico, ma anche per le sue bellezze naturali e paesaggistiche. E gli esperti assicurano che c'è ancora moltissimo da scoprire e da documentare. Purtroppo sono ancora troppo poche e poco coordinate le iniziative che mirano a promuovere questo patrimonio, che in troppi casi deve essere addirittura difeso da sconsiderati attacchi distruttivi ... mentre abbiamo il dovere di proteggerlo e di trasmetterlo intatto alle future generazioni.

Da appassionato e attivo cittadino dei Castelli la tua collaborazione con il Consorzio SBCR nella realizzazione del progetto Sagre & Profane, quali riflessioni ti fa fare?
Tra le iniziative che giudico "eroiche" e "meritevoli" si pone senz'altro il progetto "Sagre & Profane", a cui ho collaborato con grande entusiasmo, ideato e realizzato dal Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani. Anzi, direi che nel panorama delle iniziative simili, "Sagre & Profane" è stato il progetto "di marketing dei Castelli Romani" più innovativo e più funzionale mai concepito e realizzato.
Due cose, tra le altre, a mio giudizio, sono state importanti e, direi, addirittura "geniali": l'aver individuato, e resi visibili, gli elementi costitutivi, peculiari, della complessa realtà dei Castelli Romani ("I piaceri del bosco", "I sapori della terra", "I riti e i miti", "L'arena e il teatro") e averne fatto i tasselli di una immagine rinnovata e meglio caratterizzata (non solo tagliatelle e porchetta!); l'aver ricondotto nell'ambito dei percorsi tematici, cioè "a comune denominatore", le tante iniziative autonome realizzate nel territorio. Questo modello ha riscosso un vasto consenso da parte del pubblico, che ha mostrato di condividere la nuova immagine dei Castelli e di gradire la nuova modalità di offerta e di fruizione degli eventi che gli è stata proposta.
Sono convinto che "Sagre & Profane" dovrebbe essere adottato da tutti i Comuni dei Castelli Romani come strumento permanente di coordinamento e di promozione del territorio.

 


Franco Portelli è nato a Roma e vive a Rocca di Papa, nei Castelli Romani.

Laureato in giurisprudenza e specializzato in sociologia e ricerca sociale, si è dedicato per alcuni anni allo studio delle organizzazioni complesse, collaborando con il COSPOS (Comitato per le Scienze Politiche e Sociali) e con l'IRSTA (Istituto di Ricerche sullo Stato e l'Amministrazione).

Successivamente, nel Gruppo Olivetti, per oltre 25 anni, si è occupato di gestione e sviluppo delle risorse umane, di organizzazione aziendale e di relazioni industriali e sindacali. E' stato Direttore del Personale e Consigliere di Amministrazione di importanti società del Gruppo.

Ha svolto attività di consulenza per l'Alta Direzione di Aziende nazionali ed estere.

Da sempre coltiva due passioni: la fotografia d'arte e di architettura e la musica (lirica, in particolare).

Da alcuni anni organizza incontri mensili di guida all'ascolto della musica per i soci del Circolo Culturale Il Domenichino di Grottaferrata.

Collabora con il Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani per la progettazione e la realizzazione degli eventi previsti dal progetto Sagre&Profane, che il Consorzio ha ideato e realizzato per la promozione e la valorizzazione del ricco patrimonio naturalistico, storico, archeologico, artistico e culturale dei Castelli Romani.

Per la rubrica Eventi - Numero 80 aprile 2009