RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Biblioteca di Trimalcione

Zuppa di ortiche

… Dennis si riempì di nuovo il bicchiere e finse di studiare la defunta aiuola delle erbe aromatiche, che nei decenni che avevano seguito la partenza di Vivian era diventata una sorta di spazio democraticamente aperto a tutte le specie; sembra completamente selvatico, ma di fatto, con il passare degli anni, ho coltivato furtivamente alcune erbe e ne ho deviate altre. Di tanto in tanto strappo varie manciate di ortiche con cui preparo una zuppa eccellente; il verde del tarassaco e della senape è ottimo nelle insalate, e i cipollotti selvatici sono migliori di quelli da mercato, ma essendo molto forti vanno cotti più a lungo. Nasturzi, viole e rose crescono lungo i bordi, e una manciata dei loro petali è perfetta in quelle insalate. Ogni anno ficco nella terra un po’ di semi di carote, di pastinaca e rape, così all’inizio dell’inverno si possono aggiungere radici fresche alle zuppe. Immagino che l’idea sia di avere sempre qualcosa da mangiare in casa. Non importa che siano esattamente le stesse verdure che ero costretto a mangiare da bambino da tutti sappiamo-chi. Se vengono cotte, si comportano in modo completamente diverso ed è del tutto possibile che le cucini come una forma di esorcismo.
Zuppa di ortiche…così semplice, con un sapore così strano e delizioso. Vi serve una grossa cesta di cime tenere di ortiche (non troppi fiori), raccolte in un giardino lontano dall’inquinamento con un bel paio di guanti, ben lavate dal terriccio e dalla pipì d’insetti. Fate saltare in olio d’oliva la cipolla tritata e dei cubetti di patate sbucciate. Mettete le ortiche, mescolate e cuocete per pochi minuti. Aggiungete abbastanza brodo di pollo da ricoprire il tutto con almeno cinque centimetri di liquido, fate bollire a fiamma bassa finché le patate saranno morbide, riducete tutto in purè, poi aggiungete sale e pepe, noce moscata, panna. Al primo cucchiaio di zuppa di ortiche sento sempre una leggera contrazione di stupore palatale, mentre gli occhi mi vanno al cielo in un’estasi culinaria…La zuppa di ortiche ha il sapore potentissimo di verde concentrato. Le ortiche, che da crude sono terribili da toccare, vengono rese deliziosamente commestibili dalla bollitura, così tenere che si sciolgono sulla lingua con un sapore ricco, multidimensionale, vagamente di pesce. Magari è la terra di Waverley; magari non sono così buone altrove. Non lo saprò mai…

Tratto da Kate Christensen, “Il lamento di Epicuro”, Vicenza : Neri Pozza, 2004.