RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Editoriale

Un territorio a "vivavoce"

La rivista di un territorio che si mette in discussione, che lungi dall’autocelebrarsi, vuole cambiare, crescere, imparare a decidere consapevolmente il proprio futuro.

Avete visto bene, siamo sempre noi, quelli del vivavoce, ma ci siamo riorganizzati, ci siamo come si dice, sottoposti a restyling. Siamo partiti sei anni fa da un solo foglio tutto di carta - chi si ricorda il numero 0 del marzo 2001 rigorosamente in bianco e nero e tutto delle biblioteche? - e poi quasi da subito ci siamo lanciati nella grande rete con una bella versione online e la grande rete ci ha sedotti e un po’ stordito e ci siamo ingolositi e, in stretto collegamento con le scuole, siamo stati subito pronti per mettere al mondo un cuginetto quasi fratello: il Vivavoce scuola online, che presto presto va per la sua strada e miete i suoi autonomi successi…mentre il Vivavoce, quello del Consorzio SBCR, che già dal numero “zero” aveva apertamente dichiarato le sue ambizioni espansive ( così recitava l’editoriale di quel primo numero: “la biblioteca civica ha da sempre guardato oltre i propri confini, considerando illusorio e privo di esiti qualsiasi intervento che non tenesse presenti gli altri soggetti culturali: scuole, musei, istituti e associazioni che a vario titolo contribuiscono a creare l’identità di un territorio”), mantiene fede alle promesse e cresce; nelle rubriche, nei contributi, nei temi affrontati, aumenta le pagine, stampa più copie e ad un certo punto si colora, seguendo un po’ le tonalità diverse delle stagioni, un po’ quelle degli eventi: ed ecco arrivare gli arancio caldi delle estati, i giallo oro e i verdi tenui dell’autunno, i prugna per le feste del vino, i rosa per gli otto marzo…insomma non conosce il riposo, la stabilità di una formula, la struttura di una logica definitiva, fino ad oggi che addirittura dai cambiamenti a piccoli passi fa il grande salto; si propone non più nella veste snella ed agile del foglio informativo, ma assume i caratteri della rivista, non più giornale delle biblioteche che si guardano intorno e leggono il territorio, ma luogo di riflessione che questo territorio vuole documentare, far conoscere, per metterne in valore le risorse, quelle materiali maggiormente note (i cosiddetti beni culturali e ambientali su cui da anni insiste una certa letteratura che ne fa punto di forza per lo sviluppo locale), ma oggi più insistentemente quelle immateriali fatte di conoscenze, competenze, talenti, pensiero creativo, il tutto sostenuto dall’affermarsi delle nuove tecnologie digitali che hanno segnato una vera rivoluzione dal punto di vista della produzione, circolazione, fruizione dei contenuti.
Vivavoce rivista di area dunque, di un “territorio a vivavoce” mi verrebbe da dire, dove lo scambio tra competenze e discipline divenga prassi consolidata e trovi sempre più numerosi gli strumenti che la permettano: la rivista, la potete sfogliare e ve ne accorgerete, senza rigidità e con spirito aperto raccoglie i contributi di chi conosce e sa raccontare i nostri luoghi, e anche i non luoghi, la nostra storia e il nostro presente, fatto di attività consolidate e problematicità spesso irrisolte, ricerca di soluzioni nuove e resistenze al cambiamento, lotta politica, di cui si sente da più parti il bisogno di un profondo rinnovamento, e impegno civile, reti, forme associative, singole personalità, artisti, professionisti nelle attività produttive come nella formazione, nello sport come nell’enogastronomia, nel sistema educativo come in quello sanitario… un “territorio a vivavoce”, che si metta in discussione, che lungi dall’autocelebrarsi, si legga criticamente, per cambiare, crescere, costruire insieme esempi di buone pratiche, essere attrezzato per imparare a decidere consapevolmente il proprio futuro.
Per la rubrica Editoriale - Numero 59 febbraio 2007